Roma – La legge di bilancio 2020, pubblicata alla fine dello scorso dicembre, ha esteso all’oleoturismo, o turismo dell’olio, le disposizioni già adottate nel 2017 a favore del turismo del vino, rimandando la disciplina puntuale della materia alla prossima approvazione di un apposito decreto attuativo.
Con il termine oleoturismo – come indicato nella norma – si intendono tutte le attività di conoscenza dell’olio d’oliva espletate nel luogo di produzione, le visite nei luoghi di coltura, di produzione o di esposizione degli strumenti utili alla coltivazione dell’ulivo, la degustazione e la commercializzazione delle produzioni aziendali dell’olio d’oliva, anche in abbinamento ad alimenti, le iniziative a carattere didattico e ricreativo nell’ambito dei luoghi di coltivazione e produzione.
Si tratta di un importante strumento, che consentirà ai produttori olivicoli di godere – come già fanno i colleghi del comparto vitivinicolo – di nuove opportunità di crescita e potrà offrire un giusto riconoscimento al ruolo fondamentale dell’olio nell’universo in espansione del turismo enogastronomico.
“L’Italia dell’olio – commenta il presidente di UNAPROL David Granieri – è un mosaico ineguagliabile di paesaggi olivicoli, di storia, di cultura, di gusti, di biodiversità. Dagli oliveti secolari della Puglia fino ai terrazzamenti della Liguria, è l’olivo nel suo eterno rapporto con gli uomini ed i territori, il filo conduttore degli stupefacenti scenari che accompagnano chi percorre il nostro Paese: non a caso l’Italia vanta il maggior numero di oli DOP e IGP, espressioni certificate di tipicità e competenze profondamente radicate nei territori d’origine e per questo uniche ed inimitabili. Questo patrimonio va valorizzato e fatto conoscere, come già sanno bene le tante nostre aziende olivicole e frantoi che da anni accolgono turisti di tutto il mondo che, attratti dal prodotto, scoprono poi in prima persona interi territori con le loro risorse turistiche, culturali e gastronomiche e ne diventano entusiasti ambasciatori.
Per questo motivo abbiamo accolto con favore ed interesse l’intervento legislativo volto a regolamentare il settore e continueremo a promuovere con convinzione il turismo dell’olio, sostenendo l’adozione di standard e requisiti di qualità che ne garantiscano l’identità ed al tempo stesso l’integrazione nel più ampio quadro del turismo enogastronomico, formidabile strumento per la valorizzazione del miglior made in Italy.”