Indagati anche i broker che hanno emesso fideiussioni fasulle e al vaglio le delibere di novazione che portano la firma di Tulumello
ROMA – Mascherine fantasma. La Procura di Roma ha dato una forte accellerata sulle inchieste che riguardano le frodi sulle pubbliche forniture legate ai DPI (dispositivi di protezione individuale), mascherine, tute di protezione, respiratori, ecc.
La sola Procura di Roma ha aperto quattro fascicoli distinti, su episodi simili ma con attori protagonisti diversi (ma non troppo) tra loro.
Il Procuratore aggiunto Paolo Ielo coordina i sostituti a cui sono state affidate le indagini.
Tantissimi colleghi hanno tentato di trovare indiscrezioni su queste indagini ma, fino a qualche giorno fa, la parola d’ordine era una sola: “Stato e Regioni vittime dei raggiri”.
In poche parole la considerazione degli inquirenti sugli assessori, funzionari, dirigenti è la stessa che avrebbero sull’ignaro turista che una domenica mattina, girando per il mercato di Porta Portese, dopo aver fatto acquistato lo stereo scopre a casa di avere un mattone nel “pacco”.
Secondo autorevoli e sempre ben informate fonti, le rassicurazioni dei magistrati e degli inquirenti erano finalizzate al solo scopo di non allarmare quelle persone che, da quando sono state scoperte le truffe, ad oggi, sono state tenute costantemente sott’occhio e monitorate.
Decine gli indagati. Perlopiù nomi ufficialmente “noti” da tempo iscritti sui “modello 21” (registro degli indagati).
Nomi dei titolari di quelle aziende che, ingolosite dai facili e corposi guadagni, non hanno esitato a rifilare dispositivi, soprattutto mascherine, senza le regolari certificazioni di idoneità sanitaria (sgs).
In quelle settimane di straordinaria emergenza, a cavallo tra marzo e maggio, è successo di tutto.
Caso più eclatante quello legato alla Regione Lazio e la Eco.Tech. Srl; società di illuminotecnica di Frascati che ha fatto svanire nel nulla 13 milioni di euro consegnando uno dei “pacchi” più clamorosi sotto pandemia.
Soffermiamoci su questa vicenda. I rumors sull’azione della Procura di Roma, nei giorni successivi al voto (per non avvelenare gli ultimi giorni di campagna elettorale), è sempre più forte.
Non ci sono solo i fornitori di mascherine o altro materiale nel mirino della dottoressa Elena Neri, sostituto procuratore alla quale è stato affidato il fascicolo, ma anche le società che hanno fornito le fideiussioni milionarie risultate farlocche.
Setacciato anche il lavoro dell’anticorruzione regionale, dell’assessorato alla sanità Alessio D’Amato, della Protezione Civile mal guidata da Carmelo Tulumello e così via a scendere fino a chi ha prenotato quei voli cargo per la Cina partiti vuoti e tornati senza carico.
Ritardi nella consegna della merce, in parte ancora non disponibile. Altra merce non in regola con le certificazioni SGS.
La Regione Lazio ha speso, determine alla mano, una cifra molto vicina ai 100 milioni di euro.
Quattro le commesse prima assegnate e successivamente revocate dalla Protezione Civile. Tutti gli atti portano la firma di Carmelo Tulumello.
In questo caso le anomalie riguardano proprio gli atti. Le revoche, come nel caso della Eco. Tech. Srl (ma non solo), sono avvenute due volte.
Chi ha voluto le novazioni? Chi non ha controllato l’autenticità delle certificazioni Sgs? Chi non ha fatto banali richieste come quella di saper riconoscere una fideiussione vera da quella falsa? Infine, c’è stata qualche figura politica che si è spesa per una società?
Non rimane che attendere qualche giorno e ne sapremo davvero di più.
Chi conosce bene il dottor Paolo Ielo sà perfettamete che parla poco ed agisce parecchio. Stiamo a vedere.