VITERBO – Domenica di festa e leccornie all’ associazione Campo delle Rose onlus, oltre venticinque partecipanti hanno preso parte alla gara culinaria “Crea il tuo dolce di Santa Rosa” , occasione per far conoscere “lo sciroppo di rose”, prodotto dai ragazzi dell’ associazione in collaborazione con l’azienda Lamponi dei monti Cimini di Massimiliano Biaggioli, che doveva essere ingrediente prioritario nella realizzazione dei dolci.
La giuria presieduta dalla food blogger Vittoria Tassoni del blog “Vittoria in Cucina”, Mammo Rappo, Giulio Della Rocca e Benedetta Ferrari, ha diligentemente assaggiato ogni singolo dolce e decretato il vincitore.
Primo premio per Rosella Di Marco, con la sua squisita torta decorata da tante zuccherose rose e la riproduzione su ostia dei meravigliosi ragazzi del “Campo delle Rose”. Per lei, un cesto di prodotti tipici della Tuscia offerto da Aido Gruppo comunale Montefiascone “Ornella Cacalloro”, che la vincitrice ha deciso di mettere all’ asta per sostenere l’attività dell’ associazione.
Per tutti gli altri partecipanti riconoscimenti offerti da Di Biagio Italformaggi e Frantoio Oleario Pierluigi Presciuttini. Due premi speciali, salami offerti dall’Azienda Agricola Fratelli Stefanoni , se li sono aggiudicati il Boss Michele Lupino come cuoco più giovane ed Andrea Cenci come cuoco più stravagante.
La serata è proseguita con “AperiRosa al tramonto”. aperitivo nel roseto a base di rosette donate dal Forno Fontecedro e porchetta viterbese.
La giornata di solidarietà è stata realizzata anche grazie alla collaborazione con il 500 Tuscia CLUB Viterbo, con le sue macchine che hanno fatto da cornice al benevolo evento.
Campo delle Rose
Alle porte di Viterbo, percorrendo la strada provinciale Verentana, a due passi da Marta, in località “Campo delle rose”, sta sorgendo un “Polo multifunzionale” destinato ad accogliere disabili psichici gravi viterbesi, con patologie riferite allo “spettro autistico”, al ritardo mentale e alla “doppia diagnosi”, attualmente ospitati ad Arezzo, in località Agazzi. Nella Tuscia non esistono infatti – o sono fortemente insufficienti – servizi specializzati in grado di assistere patologie di tale entità.
Con inimmaginabili sacrifici e il sostegno dei servizi sanitari, le famiglie fanno l’impossibile per tenere con sé i propri congiunti, ma spesso, con l’aggravarsi delle manifestazioni patologiche e nonostante tutte le cure prestate, non risulta più possibile tenerli in casa. Inizia così un continuo “pellegrinaggio”, con ore di viaggio, per incontrare i propri figli e per seguire l’evoluzione della patologia e dell’assistenza. Non raramente, al disagio, si uniscono anche sensi di colpa per non riuscire a fare di più.
Il progetto nasce da qui, dal “sogno” di riportare vicino a casa questi ragazzi, oggi giovani adulti. Un sogno cominciato diversi anni fa su iniziativa di un gruppo di famiglie e che oggi sembra sul punto di avverarsi, anche grazie alla disponibilità di terreni, immobili e risorse finanziarie importanti. Un sogno che, con l’aiuto di tutti, si trasformerà presto in realtà. (leggi tutto il progetto).