Viterbo – “Ci hanno ridotto ai minimi termini e così, da oggi inizio lo sciopero della fame, per sensibilizzare “tutti” sulla condotta vergognosa del Governo”. Queste le parole, e i fatti, di Paolo Bianchini, portavoce di tanti addetti del settore Horeca, e rappresentante di Mio (movimento italiano ospitalità) e Confindustria-Federturismo, per protestare contro le norme “anticovid” che stanno riducendo sul lastrico il comparto di ristorazione, bar, hotel e ospitalità in genere.
“Il continuo terrorismo psicologico indiretto ha messo in ginocchio bar, ristoranti e, più in generale, il comparto dell’ospitalità inoltre con i recenti provvedimenti, sembra volerci uccidere definitivamente.
Lo sciopero della fame, è l’ultimo atto, prima del baratro: chi può faccia qualcosa o sarà la fine”.
Paolo Bianchini lancia un ultimo appello: “Servono interventi economici a fondo perduto immediati, per aiutare concretamente il settore.
Non solo; vanno bloccate immediatamente le cartelle esattoriali e tutti i procedimenti di pignoramento sui conti correnti, per non aggravare ulteriormente la situazione delle aziende che stanno resistendo con tenacia a questa tremenda crisi”.
“Chiediamo l’intervento del Presidente Mattarella e del Governo Conte – conclude Bianchini – per redigere un atto ufficiale, a tutela del nostro comparto.
Rappresentiamo una parte fondamentale del Pil italiano con oltre il 13% (ed il 37% che ruota intorno a noi) ed i due Presidenti ai quali lanciamo il nostro appello, hanno il dovere di intervenire immediatamente per sostenere le nostre aziende e le nostre famiglie. Voltarci le spalle sarebbe un tradimento inaccettabile, per noi e per tutta l’Italia”.