Il presidente della Fondazione, Salvatore Calleri: “Questa lettera non è mia, si tratta di una fake news”. Il presidente della CPC Luciani: “Denunceremo tutto alla Procura”. Capponi (Minosse): “Questa volta agiremo a tutela della nostra azienda”
CIVITAVECCHIA – Ogni qual volta si avvicina la nomina di un presidente alla guida di Molo Vespucci, cioè dell’Autorità di Sistema Portuale del Tirreno Centro Settentrionale, entra in azione l’esperto in lettere anonime e falsi documenti spacciati per “originali”.
Già dalle prime ore della mattinata di oggi, si era diffusa la voce di un esposto, presentato dall’Associazione Antimafia Antonino Caponnetto, sulle malefatte di alcuni personaggi legati al mondo della portualità cittadina e nazionale.
Una lettera strana. Senza carta intestata. Scritta a nome dell’Associazione Caponnetto ma firmata (perché confusa dall’artefice del falso) dal presidente della Fondazione Antonino Caponetto, Salvatore Calleri, che sono tutt’altra cosa.
Una firma palesemente falsa. Tant’è che, appena avuto copia di questo fantomatico esposto, abbiamo ritenuto doveroso contattare il diretto interessato; il presidente della Fondazione Salvatore Calleri: “Stiamo scherzando? Non è mio costume fare esposti. Noi facciamo inchieste, iniziative. Il lavoro lo lasciamo alla magistratura. Non mi occupo di queste cose e l’ultima volta che ho avuto modo di parlare di Civitavecchia risale, se non ricordo male, al 2006“.
Alle parole sono seguiti i fatti. Dopo pochi minuti dalla nostra telefonata, sul sito della Fondazione Caponnetto è uscita la smentita a quel documento che ne ha certificato la falsità (LEGGI), a firma del suo presidente Salvatore Calleri.
Conoscendo i retroscena e i trascorsi che videro vittima l’allora presidente Pasqualino Monti, abbiamo pochi dubbi su chi possa essere stato l’artefice di questo ennesimo tentativo di gettare fango su chi è stato individuato per sostituire l’attuale presidente in carica.
Un esperto del settore che, in questi giorni, è molto preoccupato del fatto che i suoi progetti e i suoi “amici” sono dati in partenza da Civitavecchia con biglietto di sola andata.
Francesco Maria Di Majo, fortuna per la città e dell’intera regione, ha i giorni contati nella sua veste da presidente e sarebbe comunque opportuno per lui prendere le distanze da questo scritto che, suo malgrado, ci ricorda tanto i tempi che precedettero proprio la sua venuta e insediamento a Molo Vespucci.
Noi non pubblicheremo il contenuto di quella lettera perché è stata ufficialmente dichiarata falsa. Pubblichiamo invece la firma posta nell’ultimo foglio, anch’essa falsa, affinché questa volta la magistratura possa procedere contro questo soggetto che ha avvelenato e sta avvelendando i pozzi d’acqua dolce a Civitavecchia, almeno da dieci anni a questa parte.
La lettera tira in ballo nomi di persona e società. Chi non ci passerà sopra è la compagnia portuale e il suo presidente Enrico Luciani che hanno già annunciato di adire per vie legali. Sulla stessa sintonia d’onda anche la società Minosse con il suo amministratore Gino Capponi: “Non permetteremo a nessuno di utilizzare il nome della nostra società e i problemi legati alla nostra azienda per secondi fini come può essere la nomina del nuovo presidente dell’AdSP di Civitavecchia-Fiumicino-Gaeta”.
Dovrebbero seguire a ruota Enel e tutti coloro che, loro malgrado, sono stati tirati in ballo in queste tre pagine piene zeppe di illazioni e falsità.