Lo scorso settembre Alessio D’Amato fece visita alla struttura insieme ad uno sciame di politici e stipendiati pubblici ma quell’obbrobrio è ancora lì
ACQUAPENDENTE – Era il 16 settembre scorso quando il sindaco Angelo Ghinassi portò a spasso per l’ospedale cittadino l’assessore alla sanità Alessio D’Amato, la direttrice generale Daniela Donetti, l’assessora ai servizi sociali Troncarelli e il ras della sanità viterbese Enrico Panunzi.
Tutti rigorosamente comunisti iscritti al Partito Democratico, ci mancherebbe.
Il sindaco, gongolando, diffuse una nota dove elogiava la presenza di questi politici (ci mancherebbe) e ricordava come da parte della regione Lazio si manifestasse un concreto interessamento e la volontà di investire su una struttura ospedaliera per i bisogni sanitari dell’alta Tuscia.
Questi passaggi ovviamente ricordano il peggio della politica e la famosissima canzone di Mina: “PAROLE, PAROLE SOLTANTO PAROLE”.
Già perché tutte le criticità sono rimaste tali e in più lo schifo di alcune alchimie idrauliche ancora in bella vista.
Come ci hanno segnalato alcuni cittadini e soprattutto gli esponenti della Lega aquesiana, quella specie di baraccopoli con all’interno un serbatoio e un’autoclave era stato montato proprio all’inizio dell’estate davanti all’ingresso principale dell’ospedale ma, evidentemente, nessuno devo averlo fatto notare all’assessore regionale D’Amato né tantomeno alla sempre attenta direttrice generale Daniela Donetti.
Nessuno lo ha notato ma tutti i giorni e visibile perché ancora lì. Non sappiamo se funzioni e lo lasciano montato in vista della prossima torrida estate ma una cosa è certa, speriamo che quello scempio urbanistico venga spostato altrove e il sindaco faccia quello che è il suo dovere e cioè mandare i vigili a sequestrare quel manufatto che da provvisorio è diventato permanente.