Un fatto che impone le immediate dimissioni e ridimensionamento dal ruolo del dirigente Paolo Iarlori per il danno provocato all’azienda
CIVITAVECCHIA – Dopo il danno la beffa. Vi ricordate la vicenda di Renzo Crisostomi? Il dipendente della Civitavecchia Servizi Pubblici che timbrava il cartellino e poi andava in giro a farsi i fatti propri?
Adesso ha ripagato il dirigente Paolo Iarlori che invece di licenziarlo, come prevedeva la legge, lo aveva fatto sospendere dal lavoro per soli dieci giorni, con una bella vertenza.
Il procedimento disciplinare avviato dai vertici di Civitavecchia Servizi Pubblici e seguito personalmente da Don Abbondio Iarlori a carico di Renzo Crisostomi, coordinatore di esercizio del tpl e vice presidente dell’Università Agraria di Civitavecchia fu una vera e propria presa in giro.
La questione è esplosa a metà giugno, quando la municipalizzata è andata a verificare una serie di incongruenze tra le presenze di Crisostomi in azienda, certificate dalla timbratura del cartellino, e la partecipazione alle sedute di Cda o riunioni del comitato esecutivo dell’Agraria.
Su oltre una trentina di giornate verificate, a quanto sembra in più di 20 circostanze il dipendente della Csp sarebbe risultato regolarmente al lavoro, quando invece avrebbe partecipato alle riunioni degli organi di governo dell’Agraria. Da lì l’apertura del procedimento disciplinare e l’audizione dello stesso lavoratore che rischiava il licenziamento.
Anche perché la stessa Agraria, attraverso due comunicazioni inviate a Csp a firma del presidente Daniele De Paolis, aveva di fatto confermato la presenza del vice presidente nella sede di viale Baccelli, chiedendo anche alla municipalizzata di quantificare “l’onere a carico di questo ente per l’attività istituzionale svolta dal dipendente”, impegnandosi a rimborsare a Csp l’importo relativo alle assenze di Crisostomi dovute agli impegni presso l’Agraria. Alla fine la società municipalizzata ha deciso di alzare un “cartellino giallo” per Crisostomi, disponendo appunto i dieci giorni di sospensione, sanzione massima prima del licenziamento.
Lui, per tutta risposta, dall’alto della sua Terza Media, ha presentato vertenza alla società affinché gli venga riconosciuto un livello superiore di mansione e un adeguamento immediato dello stipendio con arretrati vicino ai 100mila euro.
Che dire, adesso che ci sono i soldi messi dal Comune di Civitavecchia per risanare i “buffi” della società non mancano quelli pronti ad accaparrarsene una parte prima che spariscano.
Con un management di questo livello la Civitavecchia Servizi è destinata ad essere liquidata molto velocemente.