In quei laboratori privati impegnati nella lotta al Covid-19, autorizzati dalla Regione ad effettuare i tamponi dopo un lungo tira e molla, più di qualcosa non sta andando per il verso giusto.
Nella metà circa delle strutture ispezionate dai carabinieri del Nas nel Lazio sono state trovate irregolarità ed è stato anche scoperto, in alcuni casi, che le comunicazioni sulle positività riscontrate non sarebbero state effettuate tempestivamente, indebolendo quello schermo che le autorità stanno cercando di costruire per frenare la catena dei contagi.
Un problema concentrato in particolare nel basso Lazio. I controlli sono stati compiuti dai diversi Nuclei del Comando Carabinieri per la Tutela della Salute d’intesa con il Ministro, per verificare che le attività imprenditoriali di prelievo ed analisi diagnostica per la ricerca del virus Sars-CoV-2 venissero svolte in piena regolarità.
Verifiche che si sono dunque concentrate su aziende e laboratori di analisi, privati e alcuni convenzionati con il servizio sanitario, oltre che in altre strutture simili che operano nel commercio e nell’erogazione di test di analisi molecolari, antigeniche e sierologiche, finalizzati sempre all’accertamento della eventuale positività al Covid-19. Nel Lazio irregolarità sono emerse nelle province di Roma, Latina e Frosinone.
Qualche avvisaglia c’era già stata la scorsa settimana, con la denuncia dei due responsabili di un centro analisi di Minturno, accusati di non aver applicato ai clienti i prezzi calmierati previsti dalla Regione per cui avevano ottenuto l’autorizzazione ad effettuare i tamponi. Stessa accusa ora formulata nei confronti dei due responsabili di un laboratorio di Frosinone e di altri sette imprenditori e direttori tecnici di quattro laboratori pontini.
Sempre in provincia di Latina, ad Aprilia, sono stati poi denunciati il legale responsabile e il direttore sanitario di un laboratorio analisi, accusati di aver attestato falsamente all’autorità sanitaria il possesso dei requisiti strutturali e organizzativi per effettuare i test antigenici.
In totale, tra le province di Latina e Frosinone, su 20 strutture controllate 13 sono risultate irregolari, sanzionate in via amministrativa e sei oggetto di denunce penali. Un’attività che ha portato i carabinieri del Nas, in due casi, a contestare anche l’omessa o ritardata comunicazione dei casi di positività emersi a seguito delle analisi cliniche sugli utenti, inosservanze definite dal Comando Carabinieri per la Tutela della Salute “di particolare gravità per la perdita di informazioni utili alla corretta e tempestiva tracciatura di casi e conseguente diffusione incontrollata di situazioni di contagio”.
A Roma, poi, su 14 ispezioni compiute, gli investigatori hanno effettuato contestazioni a cinque laboratori, una sola sul fronte penale, contestando in un caso l’assenza totale di autorizzazioni del centro controllato anche ad effettuare semplici prelievi. Tutto in regola infine nei cinque laboratori oggetto di verifiche nelle province di Viterbo e Rieti