Civitavecchia – Massimiliano Magrì (sbattuto all’anagrafe) ha rinunciato al posto fisso e quello precario sbattendo la porta del Pincio

Lo “spin doctor” del sindaco Tedesco si è sentito umiliato dal posto a lui assegnato a tempo indeterminato ed è passato ai saluti. Orde di piranha pronti ad azzannare anche il posto (ex articolo 90) lasciato libero

CIVITAVECCHIA – Non c’è che dire, il ragazzo, Massimiliano Magrì, è uno con le palle. Vincitore di concorso (arrivato 12mo o 15mo ad Allumiere) è stato chiamato e assunto dal Comune di Civitavecchia come impiegato ordinario.

Il suo primo collocamento è stato però ritenuto da lui, troppo “umiliante”. Il capo del personale, il dirigente avvocato Sandro Giglio Marrani, lo ha collocato dove serviva e cioè all’ufficio anagrafe nella sede distaccata di San Gordiano.

 

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Lui, “spin doctor” del sindaco Ernesto Tedesco, a suo dire vero artefice della vittoria del centrodestra grazie alle sue acutissime strategie di comunicazione, non l’ha presa per niente bene.

Da ex articolo 90, cioè incarico fiduciario affidatogli dal sindaco, sempre al suo fianco, sempre nella stanza adiacente al suo ufficio, si è trovato sbattuto come un qualsiasi impiegato di fantozziana memoria all’ufficio anagrafe.

La ribellione è stata immediata. A nulla è valso il tentativo di Mirko Mecozzi di farlo trasferire negli uffici dell’assessorato Ambiente, in attesa di tempi migliori. Niente. Lui, che ha dimostrato di avere le palle, ha mandato tutti a quel paese dimettendosi da tutto e rinunciando anche al posto fisso.

 

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Forse, non possiamo certo saperlo, è richiestissima la sua prestazione presso qualche struttura della Regione Lazio piuttosto che nel Comune di Tolfa o Ladispoli.

Adesso i posti liberi sono due ma il più appetibile non è quello a tempo indeterminato presso l’ufficio anagrafe ma quello a chiamata diretta, il famoso e ambito ex articolo 90.

Su quel posto si sarebbero già gettati a corpo morto, o meglio come piranha su una carcassa d’animale, i quattro o cinque consiglieri in lista d’attesa per un premio di consolazione dopo l’ultimo rimpasto.

Dice bene un saggio servo pastore, divenuto pastore e infine grande produttore di formaggi: “Non c’è più il pecorino di una volta”.

Nota conclusiva, vi rendete conto che di questi tempi di estrema crisi economica e lavorativa questo ragazzo ha rinunciato al posto fisso a tempo indeterminato presso un’amministrazione pubblica.

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