Chiesto anche un parere all’avvocatura di Stato sulle tariffe orarie che l’ente paga per i servizi di vigilanza e sui bilanci degli ultimi tre anni. Intanto il 14 gennaio in Tribunale si decide sulla vicenda Scolamacchia, Nitrella e Gazzano
CIVITAVECCHIA – Servizio di vigilanza all’interno del porto di Civitavecchia primo nodo da sciogliere per il nuovo management di Molo Vespucci.
Il presidente dell’AdSP del Tirreno Centro Settentrionale, Pino Musolini, ha già messo mano alle situazioni più critiche dell’ente che, ricordiamo, ha chiuso il 2020 con il bilancio non approvato.
Uno dei punti critici da affrontare con urgenza quello della Port Authority Security, società in house che si occupa della sicurezza e vigilanza all’interno del porto di Civitavecchia.
Musolino, infatti, avrebbe già prese visione del fascicolo lasciatogli in eredità dal suo predecessore Di Majo e delle lettere da quest’ultimo spedite alla Corte dei Conti e all’avvocatura dello Stato.
Di Majo gli ha lasciato in eredità questa grana e per avere risposte sui bilanci presentanti dalla PAS negli ultimi tre anni e un parere sulle tariffe che Molo Vespucci paga per i servizi di vigilanza.
Lettera quasi a giustificare quanto avverrà tra dieci giorni e cioè l’epilogo dell’azione giudiziaria in corso nei confronti dei vecchi amministratori e che avrà il suo primo epilogo il prossimo 14 gennaio quando presso il tribunale di Civitavecchia, si svolgerà l’udienza preliminare davanti alla dottoressa Paola Petti a carico di Massimo Scolamacchia, Fedele Nitrella e Stefano Gazzano.
I tre sono accusati, a vario titolo, nell’avviso di conclusione indagini firmato dal sostituto Roberto Savelli di falsità ideologica, peculato e intralcio alla giustizia.
Parti offese l’AdSP e la stessa PAS che, quel giorno, con tutta probabilità, si costituiranno parte civile nel processo.
Stefano Gazzano era l’amministratore unico della PAS. Massimo Scolamacchia il responsabile unico del procedimento per conto dell’Autorità Portuale. Fedele Nitrella, all’epoca dei fatti, era il direttore tecnico e responsabile dell’organo interno di supporto e verifica per la vigilanza sui controlli alle merci e passeggeri destinati al traffico nazionale ed internazionale.
La Procura ha contestato ai tre l’emissione di 17 fatture (ritenute false) a cavallo tra il 2016 e il 2018.
La somma complessiva dei soldi pagati in più da Molo Vespucci, per prestazioni mai effettuate, secondo l’accusa, sarebbe di oltre un milione di euro.
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