ROMA – Delle “approssimazioni” contenute nelle attuali bozze del Recovery Plan è stato già detto tutto, fino a farne la principale ragione della crisi di Governo… Ora si tratta di cambiare radicalmente rotta, abbandonando generiche retoriche e correggendo puntualmente, anche per quanto riguarda il rilancio del turismo (e dell’agriturismo), le “facilonerie” e gli sterili trionfalismi degli anni passati.
Per quanto riguarda la promozione statale dell’agriturismo, il Ministero delle politiche agricole ha “in campo” due siti internet: www.agriturismoitalia.gov.it e dopigp.politicheagricole.it.
Il primo fu presentato ufficialmente all’Expo 2015 di Milano con l’enfatico messaggio “L’agriturismo italiano si presenta al mondo”. In realtà quel sito non lo consulta nessuno, contiene solo informazioni burocratiche (tipo “seminativo arborato ha 1,12” o “partita IVA n…”), non c’è una fotografia, non trasmette alcuna “emozione” (il che per il turismo è fondamentale!).
Il secondo lo ha voluto, nel luglio 2019, l’allora Ministro delle politiche agricole e del turismo, Gian Marco Centinaio, per la “promozione del turismo e dell’agricoltura attraverso le nuove tecnologie e il digitale, strumenti sempre più richiesti dagli utenti”. Per ogni prodotto agroalimentare certificato DOP o IGP, indica anche gli agriturismi in zona, e rimanda al sito agriturismoitalia: se non è zuppa, è pan bagnato! Anche questo, non lo consulta nessuno, anche perché sui prodotti DOP e IGP c’è da tempo il sito www.qualivita.it, peraltro realizzato col contributo dello stesso Ministero, fatto decisamente meglio.
“La rivoluzione digitale di cui tanto si parla come “molla” di rilancio dell’Italia – dichiara Giorgio Lo Surdo, direttore di ISVRA (Istituto Italiano per lo Sviluppo Rurale e dell’Agriturismo) – almeno per quanto riguarda la promozione turistica, non è questo. Non serve a nulla mettere in rete nuovi siti internet purchessia, che non servono nessuno (tanto meno agli stranieri), se non a spendere soldi (tanti!) per raccogliere e aggiornare i dati. I siti ministeriali di promozione dell’agriturismo, o “funzionano” per attrarre ospiti, (e attualmente non funzionano per niente!) o è meglio cancellarli!”.