CIVITAVECCHIA – La Fiadel ambiente territoriale Civitavecchia oggi “ricorda le tragiche vicende che oltre 70 anni fa travolsero le vite dei tanti lavoratori italiani civili e militari e le loro famiglie che vivevano in Venezia Giulia, Istria e Dalmazia”.
Il coordinamento Roma Nord ricorda queste vicende “che per molti anni sono state ignorate anche a causa di una serie di circostanze, nazionali ed internazionali, legate alla divisione del mondo in due blocchi, che hanno preferito far calare il silenzio sugli orrori e le violenze di cui furono vittima gli italiani istriani, dalmati e giuliani, gettati vivi nelle cavità carsiche chiamate foibe, in Istria, Dalmazia e Venezia Giulia tra il 1943 e il 1947 e dagli sgherri che rispondevano agli ordini del maresciallo Tito a cui venne perfino negato il conforto della memoria.
Solo dopo la caduta del Muro di Berlino, il dissolvimento dello stato Jugoslavo nato dalla seconda guerra mondiale, la successiva adesione di Slovenia e Croazia all’Unione Europea e finalmente l’istituzione del Giorno del Ricordo con la legge 92 del 30 marzo 2004, il velo di silenzio e di indifferenza è caduto. Oggi ricordiamo non solo le migliaia di persone assassinate nelle foibe del Carso triestino, tra il 1943 e il 1945, (circa 5.000 secondo molti storici, a cui vanno aggiunti i morti nei campi di prigionia) ma anche i circa 250 mila italiani, che dopo la fine della guerra furono costretti ad abbandonare le loro case e le terre dove erano nati e cresciuti, per sfuggire al disegno di conquista territoriale e di egemonia rivoluzionaria del comunismo di Tito. Tra i primi, anche Norma Cossetto, studentessa della nostra Università, istriana, arrestata, violentata e torturata dai partigiani jugoslavi e poi gettata ancora viva nella foiba di Villa Surani. A Norma Cossetto – concludono dal coordinamento – medaglia d’oro al valor civile dal 2005, la città di Padova ha recentemente intitolato una via, mentre l’Università le ha attribuito fin dall’8 maggio 1949, la laurea ad honorem”.
Mirko Giannino, responsabile territoriale del sindacato dichiara: “È importante continuare a diffondere la conoscenze di questi drammatici fatti storici, per sensibilizzare la cittadinanza e soprattutto le giovani generazioni possa favorire una riflessione condivisa sul dramma che nel secolo scorso colpì migliaia di italiani e possa costituire uno stimolo a lottare contro ogni forma di violenza e sopraffazione”.