CIVITAVECCHIA – Il sindaco Ernesto Tedesco ha dato lettura questa mattina, durante la cerimonia per il Giorno del Ricordo, dei nomi di sette civitavecchiesi vittime dei massacri avvenuti sul confine orientale tra il 1944 e il 1946.
Si tratta di Luigi Avellino, maresciallo della Polizia di stato di anni 42, scomparso il 2 maggio 1945 a guerra terminata (prelevato a Gorizia e deportato); Antonio Benedetti, militare del Genio di anni 20, scomparso il 28 aprile 1945 a guerra terminata (in zona Capodistria); Emidio Gorgoretti, carabiniere di anni 22, infoibato a Santa Caterina presso Pedena e Pisino; Cesare Guglielmotti, ferroviere di anni 54, prelevato a Lubiana, internato nel carcere e massacrato il 6 gennaio 1946, a guerra terminata (matricola 1790); Vittorio Nicolai, tenente di anni 32, massacrato a Villa Decani (presso Pola) il 7 agosto 1944 insieme ad altri quattro commilitoni; Fernando Rossetti, della Guardia di Finanza di anni 22, massacrato a Pozarevac; Giovanni Sportiello, militare di anni 23, catturato in autocolonna a Rifembergo (Gorizia) e massacrato il 2 febbraio del 1944 insieme ad altri 70 commilitoni. I nomi sono frutto di una ricerca storica che lo staff del sindaco ha acquisito dall’associazione volontariato “Per non Dimenticare”, in collaborazione con l’ufficio servizi demografici del Comune.
“Conoscere questi nomi – ha detto il sindaco – ci aiuta a comprendere le dimensioni della tragedia avvenuta in quegli anni, che ha visto praticamente ogni città d’Italia perdere propri figli non solo per gli eventi bellici, ma anche per cancellare l’italianità da quelle terre. Troviamo così ferrovieri, agenti di polizia, finanzieri e carabinieri: servitori a vario titolo dello Stato. Da quegli eventi di sangue è poi scaturito l’esodo, di cui abbiamo avuto dolorosa e commovente testimonianza grazie alla signora Annamaria Pellis, che voglio ringraziare di cuore”.
La cerimonia si è aperta con la deposizione della corona al Monumento ai Martiri delle Foibe, ad opera del generale di divisione Claudio Minghetti (comandante del Ce.Si.Va.) e del Sindaco. Sul palco si sono poi appunto succedute Simona Pellis (coordinatore regionale per il Lazio dell’Unione degli Istriani) che ha rievocato la congiura del silenzio che per troppi anni ha coperto il dramma dell’esodo giuliano-dalmata e sua mamma Anna Maria, che ha portato la toccante testimonianza della pulizia etnica anti-italiana operata dai partigiani titini a Parenzo, il comune istriano da cui proviene.
Il Vescovo di Civitavecchia e Tarquinia, monsignor Gianrico Ruzza, ha recitato con le autorità civili e militari, le associazioni combattentistiche e d’arma e tutti i presenti una preghiera. Infine il sindaco, il Presidente del consiglio comunale Emanuela Mari e il Vicesindaco Manuel Magliani hanno porto un omaggio floreale alle signore Pellis e ad Annina Cistriani (vedova Zonta). Il Sindaco ha ricevuto, a nome della città, in dono dalle ospiti, il volume “La Venezia Giulia”.