Subito un commissario, azione di responsabilità verso gli amministratori degli ultimi dieci anni, class action e denunce a raffica in Procura
VITERBO – Talete Spa non è una società idrica ma Dracula che sta impoverendo i cittadini per le sue scellerate scelte aziendali.
Il cda della società idrica si è dimesso e ancora non è stato deciso se rinnovarlo o commissariare l’ente.
Certo è che gli ingenti debiti impongono decisioni drastiche e immediate. Aumentare le tariffe e farle pagare a chi abitualmente paga. I crediti verso gli enti e gli “amici” che basterebbero a coprire gran parte delle perdite non sono in grado di recuperarli. Basta leggere le sconcertanti dichiarazioni del sindaco di Viterbo Giovanni Arena per capire che è giunto il momento di mandare a casa questa inutile amministrazione.
“Verranno inviate lettere di preavviso – spiega Arena – per far fronte ai problemi di liquidità dell’azienda”. D’altra parte il cda decaduto, fino alla sua sostituzione, resta in carica per le attività di ordinaria amministrazione, e il recupero crediti rientra tra queste.
La somma, come noto, supera i 20 milioni e sarà interessante capire se i solleciti saranno inviati solo alle famiglie o anche ai morosi per così dire “eccellenti”: enti, caserme e grosse aziende viterbesi, anche pubbliche, che negli anni non hanno pagato le bollette creando quel cratere nei conti che è alla base delle difficoltà finanziarie di Talete.
Nelle settimane scorse Arena aveva chiesto esplicitamente all’ormai ex presidente Bossola quali azioni fossero state messe in campo nell’ultimo anno e mezzo per recuperare i crediti vantati dall’azienda idrica nei confronti dei pezzi grossi, che in alcuni casi ammontano a centinaia di migliaia di euro. “Ma non ho mai ricevuto risposta”, riferisce il primo cittadino viterbese sulle colonne del Corriere di Viterbo.
Nel frattempo però i raccomandati del Partito Democratico sono stati stabilizzati nei posti di lavoro scandalo che ottennero con le agenzie interinali, gran parte assunti per rispondere al centralino della società e risolvere gli innumerevoli quesiti posti dagli utenti. Ad oggi al numero fisso non risponde nessuno, e dopo qualche squillo a vuoto parte di fax, il numero verde è invece riservato ai soli numeri fissi, praticamente bisogna passare una giornata dentro casa a tentare.
E’ ora delle azioni collettive e che qualcuno, dalla Procura di Viterbo, metta mano in questi ultimi anni di gestione e faccia pagare il conto a chi ha sbagliato fino ad oggi.
In un momento dove lo Stato, in piena emergenza Covid, cerca di andare incontro alle famiglie a Viterbo succede esattamente l’opposto e sapete perché?
Perché temono che la Corte dei Conti presenti loro il conto.