ROMA – La prima Corte d’Appello di Roma ha condannato a 10 anni l’ex Nar, Massimo Carminati nel processo di appello bis al Mondo di mezzo. I giudici hanno, invece, inflitto 12 anni e 10 mesi a Salvatore Buzzi, il ras delle cooperative romane.
Il processo si è celebrato per una ventina di imputati dopo che la Cassazione ha fatto cadere l’accusa di associazione mafiosa e chiesto il ricalcolo della pena.
Per Buzzi la Corte d’Appello di Roma ha stabilito anche l’incapacità di contrarre con la Pubblica amministrazione per tre anni, mentre a Carminati da una parte ha revocato la misura della libertà vigilata, dall’altra ha comminato 4 mila euro e confermato la misura di sicurezza dell’assegnazione a una colonia agricola o casa di lavoro per almeno due anni e tre mesi.
“Con questa sentenza il mio assistito è sotto il limite che consente una misura alternativa e quindi potrebbe non tornare più in carcere”, afferma Cesare Placanica, difensore di Massimo Carminati. L’ex Nar, presente in aula, ha trascorso 5 anni e 7 mesi di carcere preventivo.
“E’ stata una condanna molto più dura di quanto ci aspettavamo perché la corte ha considerato più grave il reato di associazione a delinquere semplice. Il pg aveva chiesto 12 anni e 8 mesi. Faremo ricorso nuovamente in Cassazione. Comunque meglio dei 18 anni della volta scorsa”, dice Salvatore Buzzi dopo la sentenza.
I giudici hanno confermato le posizioni definite con un concordato fra le parti nell’ambito del processo nei confronti dell’ex consigliere comunale Luca Gramazio (5 anni e 6 mesi) e dell’ex ad di Ama Franco Panzironi (3 anni e 6 mesi). Via libera alle pene concordate anche per Riccardo Brugia (6 anni) e Fabrizio Franco Testa (5 anni e 6 mesi).
Agostino Gaglianone, Angelo Scozzafava e Antonio Esposito sono stati assolti “perché il fatto non sussiste”. I tre erano tra i sette imputati che avevano deciso di non concordare la pena col pg Catalani.
Nicolò Accame