TERNI – Riceviamo e pubblichiamo – “Un dramma ed un paradosso al tempo stesso, mentre il mercato internazionale segna una forte domanda di materie plastiche, tanto da arrivare a definirle scomparse, a Terni, in uno dei poli chimici più importanti d’Europa si chiude”, così la nota dei senatori Lega, Stefano Lucidi e Valeria Alessandrini.
“Da novembre 2020 – proseguono i leghisti – si è assistito ad una grave carenza sul mercato di materie plastiche, che ha determinato, a sua volta, un’esplosione dei prezzi, con aumenti fino al 40 per cento su base annua, ed un diffuso ricorso, da parte dei colossi mondiali della produzione di queste materie, alla clausola della causa di forza maggiore presente nei contratti di acquisto, al fine di richiederne l’annullamento o per giustificare i ritardi nelle consegne. Anche i tempi di consegna dei suddetti materiali sono infatti raddoppiati o triplicati, dati i maggiori controlli, l’allungamento dei tempi di movimentazione nei porti, nonché la scarsa disponibilità degli stessi container, in gran parte assorbiti dalla Cina che ha ripreso con vigore sia l’import che l’export, determinando altresì un’impennata dei costi del nolo dei container, quasi quadruplicati.
“Occorre attivare nelle opportune sedi europee e internazionali, iniziative volte a garantire alle filiere produttive interessate dai fenomeni descritti in premessa, l’approvvigionamento delle materie prime necessarie a mantenere i livelli di produzione, predisponendo altresì politiche economiche tese ad incentivare il mantenimento e il rientro in Italia e in Europa delle produzioni strategiche per l’economia nazionale che sono in crisi o sono state delocalizzate negli ultimi decenni”.
Su questo scenario impressionante pesano come macigni le considerazioni fatte in un recente articolo stampa secondo il quale: ‘il polipropilene per confezionare le merendine è ormai raro come un panda’. Nell’articolo le parole del presidente dell’associazione europea dei trasformatori di plastica, Renato Zelcher, titolare della veneta Crocco: “Ce n’è pochissimo, il prezzo di un chilo di grani è salito da un euro a 1,95 al kg in pochi mesi, prendere o lasciare”.
“Questo fenomeno è dovuto anche al forte squilibrio tra i mercati globali, soprattutto rispetto alla fortissima ripresa in tempo di Covid dei mercati asiatici, indiano e cinese – chiude la nota dei senatori Lucidi e Alessandrini – serve una maggiore e valorizzazione e riconversione del nostro tessuto produttivo dall’imprevedibilità delle dinamiche del commercio mondiale e dalle difficoltà strettamente connesse alla complessità delle catene globali del valore”.