Impossibile recuperare tutta la somma e la famiglia Cacciaglia, dopo la morte dell’ex presidente, ha venduto moltissimi beni
CIVITAVECCHIA – Il Tribunale di Roma, il 12 maggio scorso, ha disposto il sequestro conservativo su tutti i beni mobili, immobili, conti bancari, azioni, gioielli e orologi a copertura di un danno quantificato in 19 milioni a danno della Fondazione Cariciv.
Danilo Larini, Stefano Costantini, Francesco Vinaccia, Patrizio Fondi, Ernesto Chiacchierini, Vincenzo Cacciaglia e tanti altri sono stati raggiunti dall’atto giudiziario a cui potranno fare comunque opposizione.
Il sequestro conservativo è lo strumento che fornisce una tutela immediata e provvisoria del diritto di credito, che si realizza mediante la sottrazione dei beni, mobili o immobili, alla libera disponibilità del debitore e la successiva esecuzione forzata, nel caso in cui l’esistenza del diritto riconosciuto in via cautelare venga accertata nella causa di merito.
La finalità del sequestro è duplice, da un lato rendere inefficaci nei confronti del creditore sequestrante gli atti di disposizione del bene compiuti dopo il sequestro dal debitore, dall’altro di garantire, tramite la custodia, la materiale permanenza del bene nel patrimonio del debitore, affinché il creditore risultato vincitore nel giudizio di merito possa aggredirlo.
In realtà, da quel poco che trapela, gli importi globali complessivamente posti sotto sequestro sono molto inferiori a quello richiesto dal giudice. E’ anche vero però che tutti gli atti notarili compiuti in questi ultimi per cedere immobili (case, ville e appartamenti) saranno soggetti ad annullamento in quanto mero tentativo di disfarsi dei beni e far sparire i soldi.
In particolare sembrerebbe che i più attivi nel disfarsi dei beni immobili siano stati gli eredi dell’ex presidente Vincenzo Cacciaglia che, vista la mal parata, hanno pensato bene di farsi trovare in possesso di poche cose.