Il contenzioso perso in due gradi di giudizio. Caso particolare, la causa affidata a due avvocati diversi, ma coniugi, ai quali ha pagato parcelle esagerate
ACQUAPENDENTE – Riceviamo e Pubblichiamo: Nella seduta del consiglio comunale del 19 maggio scorso il sindaco Ghinassi ha dato dimostrazione di scarsa cultura amministrativa e, come al solito, di tanta arroganza.
Nella seduta del Consiglio Comunale del 19 maggio che prevedeva il riconoscimento di un debito fuori bilancio di quasi 36 mila euro in favore dell’ingegner Ferrero Friggi, determinato dalla vittoria di ben due gradi di giudizio, il Sindaco Ghinassi nell’argomentare la posizione dell’amministrazione ha propinato una serie di circostanze che, secondo le opposizioni, non rispondenti al vero.
In tutti i contenziosi l’accordo è possibile, sia prima dell’avvio della procedura che durante. Lo è sempre ed ancora più nell’ambito del Diritto del Lavoro dove, da normativa il Giudice designato in prima udienza tenta la conciliazione.
E’ quindi il caso di dire che l’accordo non solo è possibile ma è obbligato.
Ovviamente se c’è la volontà delle parti di conciliare!
Per come sono andate le cose, sembra evidente che l’ente non aveva questa intenzione.
Il Sindaco, nella seduta del 19 maggio ha cercato di far continuare a credere che, la richiesta di Friggi, che poi inevitabilmente è sfociata nel giudizio di primo grado, sia derivante da una causa pendente o comunque da una posizione ostruzionistica assunta dalla precedente Amministrazione.
La realtà dei fatti è ben diversa ed è facilmente ricostruibile anche dagli stessi atti posti in essere dal Comune di Acquapendente durante gli ultimi 3 anni di amministrazione.
Con delibera n. 173 del 1.12.2018 si affidava l’incarico all’ Avv. Filippo Marcacci per l’attività legale della causa di lavoro incardinata nello stesso anno e conseguentemente con determinazione n. 438 del 11 aprile 2020 si impegnava la spesa di 6.954,17 per resistenza all’azione giudiziale di primo grado, all’ esito della quale, l’ente risultava condannato al pagamento di circa 30 mila euro.
Atteso ciò, l’amministrazione Ghinassi, volta alla conciliazione, si fa per dire, con delibera n. 21 del 26 febbraio 2020 affidava l’ incarico all’ Avv. Beatrice Marroni per l’impugnazione della sentenza di primo grado, l’ente impegnava altresì, con determinazione n. 442 del 26 maggio 2020 la spesa di euro 5.154, 50 oltre Iva per attività legale suindicata.
In data 6 maggio 2021, come si legge dal verbale dell’ultimo Consiglio Comunale perveniva all’ente la sentenza della Corte d’ Appello di Roma, che condannava il Comune al pagamento di quasi 36 mila euro.
Dalle date degli incarichi (2018) e dei relativi impegni di spesa (2020) è chiaro che non è possibile che il contenzioso di primo grado e poi di secondo sia derivante dall’amministrazione precedente ma frutto di una estrema litigiosità dell’odierna amministrazione.
Il mancato accordo, in quanto amministrazione pubblica, per usare le stesse parole del Sindaco Ghinassi ha comportato una spesa per i cittadini aquesiani di circa 36 mila euro da riconoscere all’ex dipendente, vittorioso in due gradi di Giudizio, ed euro 13.242, 66 da liquidare “ai coniugi legali di fiducia”.
Si resta in attesa degli intendimenti della Corte dei Conti per la valutazione del danno erariale ed eventuali ulteriori onere a carico dell’ ente.