L’ex presidente della Giunta Regionale ancora non sentito in Commissione Trasparenza ma il lavoro degli inquirenti è in mano a due procuratori
ROMA – La vicenda concorsopoli di Allumiere è tutt’altro che chiusa. Anzi. Ad aggravare la situazione le sedute pubbliche dei sindaci Antonio Pasquini (Allumiere), Michel Barbet (Guidonia Montecelio) e Alessandro Grando (Ladispoli).
Al di là dei non ricordo, delle valutazioni, qualche cazzata sparata per confondere le acque, la cosa che sta emergendo, in attesa che poi la magistratura faccia il resto, è che questa volta il sindaco Antonio Pasquini (sindaco di Allumiere) e il suo mentore Mauro Buschini (nella foto di Ciociaria Oggi con il presidente Zingaretti a Collepardo) l’abbiano fatta davvero grossa.
Il sindaco di Allumiere ancora non ne vuole sapere di annullare un concorso nullo. Viziato da una preselezione che definire farlocca è insultare la memoria di Han van Meegeren (1889-1947) considerato da alcuni il falsario più famoso del ventesimo secolo.
Punteggi sbagliati. Decimali scomparsi. Batterie di preselezione fatte ad hoc e non seguendo un ordine alfabetico definito. Voti affibbiati a persone assenti e verbali ritoccati più volte.
I carabinieri di Civitavecchia hanno, a quanto sembra, finito il lavoro. Ne hanno di materiale da consegnare alla Procura di Civitavecchia. Materiale supportato anche da dichiarazioni spontanee dell’ex presidente della Commissione d’esame Andrea Mori per niente intenzionato a fare la fine dell’ortolano.
Manca il verbale numero 8, quello della classifica definitiva. Le segnalazioni fatte ai comuni e alla Regione Lazio hanno seguito un criterio inspiegabile anche dal punto di vista amministrativo.
A decidere le sorti di molti “somari” (da non confondere con gli asini del Palio di Allumiere) che hanno usufruito del concorsone ci penserà la magistratura di Civitavecchia per il filone principale e in attesa che la Guardia di Finanza di Roma consegni il lavoro svolto solo ed esclusivamente sul fronte “assunzioni” della Regione Lazio.
Anche in questo caso trapelano indiscrezioni su quello che è stato definito da qualcuno “sistema Buschini“.
Il “compianto” (politicamente parlando ovviamente) presidente del consiglio Regionale dovrà spiegare, non alla Commissione Trasparenza e quindi ai colleghi, ma agli inquirenti, perché la decisione così rapida di dimettersi dal suo incarico.
Non solo ma dovrà anche spiegare come sia stato possibile che tra i vincitori della “win for life” ci siano (per pura casualità) due amici a cui ha fatto da testimone di nozze. Un addetto stampa con incarichi multipli iniziati dal Comune di Alatri dove, guarda la coincidenza, il buon samaritano delle ciociaria, Mauro Buschini, ha il suo feudo. Tutte situazioni molto Strambi.
Non parliamo degli altri nomi e cognomi e non anticipiamo nulla di quanto altro bolle in pentola perché ci sarà da ridere tra non molto.
Infine chiudiamo con un episodio di evangelica memoria. Qualche giorno fa, a Collepardo (in provincia di Frosinone), ad alcuni dei presenti sembrava di essere nell’orto degli ulivi.
Per chi è di corta memoria o ateo ricordiamo che, quell’orto è il Getsemani (parola aramaica che significa frantoio) cioè un piccolo oliveto poco fuori dalla città vecchia di Gerusalemme sul Monte degli Ulivi, nel quale Gesù Cristo, secondo i Vangeli, si ritirò dopo l’Ultima Cena prima di essere tradito da Giuda.
Speriamo che la parabola del vangelo non sia portatrice di iella e di sventura per nessuno ma, fossimo al posto di Buschini, una “toccatina” alle olive anche se a scoppio ritardato non gli farebbe male.