Una ventina di anni fa è stato assolto dopo aver passato qualche anno in carcere perché accusato dell’omicidio del giovane viterbese Paolo Segatori
ROMA – Il “Conte nero” è tornato tra le strade della Capitale. Ranieri Adami Piccolomini, pronipote di papa Pio II e già noto per il suo vissuto turbolento, ieri ha rubato la pistola del padre ed è andato a Trastevere.
Le analogie con i fatti accaduti recentemente ad Ardea, dove un uomo di 74 anni e due fratellini di 5 e 10 anni sono stati uccisi da un ragazzo con una pistola che apparteneva al padre defunto, hanno destato ulteriore allarme nelle forze dell’ordine che, dopo aver appreso che il Conte nero si aggirava armato, lo hanno rintracciato e fermato in appena 30 minuti.
Secondo gli inquirenti l’uomo avrebbe preso la pistola detenuta legalmente dal padre, Patrizio Adami Piccolomini, discendente di Enea Silvio Piccolomini, che dal 1458 al 1464 regnò con il nome di Papa Pio II. A denunciare la scomparsa dell’arma è stata la sorella dell’indagato.
I carabinieri hanno immediatamente diramato l’allarme e tutte le forze dell’ordine hanno iniziato a cercare quell’uomo alto, rasato e pieno di tatuaggi.
A trovarlo, intorno alle nove e mezza di ieri sera, sono stati due agenti del commissariato di Trastevere, intervenuti dalle parti di Ponte Sisto per una lite tra due coniugi. Giunti sul posto hanno riconosciuto il ricercato e, con una scusa, si sono avvicinati per parlargli. Hanno subito capito che l’uomo era in stato confusionale e lo hanno fermato.
In una tasca aveva una Beretta 950, nell’altra alcuni caricatori e i proiettili. Il Conte nero non ha fatto resistenza e oggi il suo arresto è stato convalidato in tribunale. Accusato del furto della pistola e di averla portata illegalmente tra le vie di Roma, Piccolomini è stato accompagnato in carcere.
Non è la prima volta che il Conte nero si trova faccia a faccia con la giustizia.
Ranieri Adami Piccolomini una ventina di anni fa è stato assolto dopo aver passato qualche anno in carcere perché accusato dell’omicidio di Paolo Segatori, un 22enne ucciso nelle campagne viterbesi con più di venti coltellate. Secondo gli inquirenti prima di essere uccisa la vittima si era fatta tatuare un fiore e una farfalla con un teschio nello studio di tatuaggi che un tempo gestiva il Conte nero.
Negli archivi della polizia Piccolomini è ricordato per maltrattamenti in famiglia, evasioni dai domiciliari, pestaggi ad ambulanti bengalesi e anche per un’altra vicenda singolare: nel 2013 aveva ferito con una stella ninja a quattro lame un pensionato romano di 75 anni. L’arma si era fermata a pochi millimetri dalla giugulare. In quell’occasione il Conte aveva anche sferrato un pugno al volto di un signore di 52 anni.
Per le sue simpatie politiche è stato ritenuto vicino agli ambienti della destra eversiva romana, anche se il padre lo ha sempre negato: “Ma quale destra e sinistra, Ranieri ha solo le idee confuse. Se è per questo è stato anche un capellone”.
Un uomo aggressivo e dalle “idee confuse” che ieri si aggirava armato tra le vie della Capitale. L’intervento fulmineo della polizia ha tutta l’aria di essere stato provvidenziale.