In corso arresti e perquisizioni anche a Viterbo e in diversi comuni della provincia
ROMA – Su richiesta della direzione distrettuale Antimafia, sono in atto gli arresti di 15 persone, responsabili, a vario titolo, di associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti con l’aggravante della transnazionalità, cessione e detenzione ai fini di spaccio.
L’esecuzione dell’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere, emessa dal gip del tribunale di Roma, è partita alle prime luci dell’alba nelle province di Roma, Milano e Viterbo, dai carabinieri del comando provinciale di Roma insieme ai comandi Arma territorialmente competenti
Il provvedimento si basa sui risultati delle indagini dei carabinieri del Nucleo Investigativo di ‘Via in Selci’ nell’ambito dell’indagine “Santiago”, condotta sul campo negli anni 2018 e 2019. Le indagini erano cominciate dopo l’arresto in Cile dalla locale polizia, di una donna poco più che ventenne del posto, bloccata mentre trasportava circa 10 kg di cocaina che sarebbe dovuta giungere a Roma in aereo.
I carabinieri hanno individuato il destinatario del carico: un cileno che vive nella Capitale, considerato uno dei referenti dell’organizzazione criminale. Dalle indagini è emersa quindi l’esistenza di una strutturata associazione che operava tra più Stati e composta principalmente da sudamericani che gestivano i contatti con fornitori esteri del Perù attraverso utenze telefoniche intestate a soggetti fittizi, o intrattenevano rapporti con acquirenti in territorio italiano, ai quali facevano pervenire le partite di droga ordinate tramite l’uso di corrieri.
Le persone incaricate del delicato e rischioso compito del trasporto del narcotico, soprattutto donne, nascondevano la sostanza in bottiglie di bevande e di prodotti fito-terapici, oppure all’interno di ovuli ingeriti prima di salire a bordo di aerei di linea delle tratte Santiago del Cile – Lima – Roma.
Tra i destinatari delle partite di stupefacente importate dal gruppo di sudamericani, emerge anche la figura di un italiano residente in provincia di Crotone, il quale a marzo del 2019, avrebbe dovuto ricevere a domicilio il campione di una fornitura di stupefacente al fine di testarne le qualità. Uno dei promotori dell’attività di narcotraffico si identifica in Ybanez Ninamango, 26 anni, che si occupava di reperire lo stupefacente in Perù per poi affidarlo, per il trasporto, a persone reperite in Sudamerica che giungevano nella Capitale.
È stato accertato il pieno coinvolgimento di diverse donne sudamericane, le quali collaboravano con i vertici dell’organizzazione criminale per la preparazione della documentazione amministrativa di soggiorno o per motivi di turismo, necessaria ai corrieri per entrare in Italia e superare i controlli alla frontiera; l’individuazione nella città di Roma delle strutture ricettive presso le quali accogliere i corrieri per consentirgli l’espulsione degli ovuli di stupefacenti; vendita al dettaglio delle partite di cocaina che giungevano in territorio nazionale e la custodia del denaro provento dell’attività illecita che, in parte, inviavano nel loro paese di origine attraverso operazioni di money transfer.
Le cessioni al dettaglio venivano effettuate nei quartieri “Alessandrino” e “Centocelle” di Roma e si svolgevano mediante conferma telefonica, durante le cui conversazioni si utilizzavano espressioni criptiche (la sostanza, ad esempio, veniva indicata con la parola “panino”). I carabinieri del Nucleo Investigativo di Roma hanno arrestato in flagranza di reato 11 persone per spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti e hanno sequestrato complessivamente 12,600 chili di polvere bianca.