MONTEFIASCONE – Tre giorni di incontri con esperti, rappresentanti delle istituzioni nazionali e locali, ministri e premi Nobel. Tavole rotonde, concerti e una giornata conclusiva di carattere prettamente religioso.
“Nel creato tutto è in relazione: ritrovare i legami” tema del festival che scaturisce dalla meditazione di papa Francesco, del 27 marzo dello scorso anno, nella quale ricordava come l’inizio della pandemia del Covid-19 sia stata una “tempesta inaspettata e furiosa che ha smascherato la nostra vulnerabilità”.
“Mi pare sia la prima volta, post hominum memoriam, che nella nostra splendida cittadina di Montefiascone si concretizzi una tale iniziativa.
Diciamo subito che chi l’ha proposta e anche fatto in modo che venisse realizzata, Sua Eccellenza il Vescovo di Montefiascone Fabio Fabene deve voler molto bene alla sua città natale, se gli offre l’opportunità di ascoltare e condividere le riflessioni del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin al Festival dell’Ecologia integrale di Montefiascone, incentrato sul tema: “Nel Creato tutto è in relazione: ritrovare i legami”.
Fatta questa doverosa premessa entriamo in medias res ed allora mi sento autorizzato a dire – semplicemente – che questa lectio magistralis non è stata il classico momento per una ovazione sul tipo di quelle che venivano riservate ai generali romani i qual che avevano riportato strepitose vittorie, semplicemente una formidabile testimonianza per generare la consapevolezza della necessità di un cammino verso lo sviluppo sostenibile che è condizione fondamentale per assicurare continuità ad un mondo sempre più interconnesso tra ambiente, società ed economia.
Il cardinale Parolin ha suggerito in tal senso l’opportunità di un approccio poliedrico in cui tutte le parti convergono verso l’obiettivo comune.
Mi ha colpito, tra le molte intuizioni, una considerazione particolare di sua eminenza ed è quella che la crisi ambientale, come altre crisi (etica, politica, economica, sanitaria), consegue alla pandemia dell’indifferenza.
Indicando quindi la fraternità e il dialogo come le strade per superare la transizione che stiamo vivendo, passando da una sicurezza militare ad una cooperazione globale.
Occorre un deciso cambio di rotta. Occorre recuperare il concetto dei limiti. Occorre andare oltre l’indifferenza.
Vi è l’urgenza dell’azione. Passando dalle parole ai fatti. La cosa riguarda tutti noi, facciamone tesoro e ognuno di noi faccia la propria parte nelle piccole cose quotidiane”.
Angelo Cipolloni