Legati, picchiati, incappucciati, sedati e lasciati sporchi per ore. Le immagini e le intercettazioni fatte dai carabinieri sono dal contenuto orribile. Gli inquirenti avevano chiesto misure cautelari in carcere per i responsabili
SANTA MARINELLA – Quello che sta emergendo grazie all’operazione “GrandFather” portata a termine dai carabinieri nella Rsa “Santa Marinella” è a dir poco, scioccante.
Ci meravigliamo come sia possibile che certe persone possano girare liberamente dopo aver visto immagini e filmati che possono impressionare anche le persone meno sensibili e abituate a tutto.
Le telecamere e le microspie ambientali posizionate in vari ambienti della struttura da parte dei carabinieri sono inequivocabili.
Come i lettori ricorderanno, le indagini sono coordinate dal magistrato Federica Materazzo che ha chiuso una parte delle indagini inviando 17 avvisi di garanzia ad altrettanti operatori socio sanitari ed infermieri. Tutto ha avuto inizio il 6 ottobre del 2018 quando una coppia di coniugi ha bussato alla porta dei carabinieri denunciando presunti maltrattamenti che avrebbe subito l’anziano padre. Una denuncia dettagliata dove venivano raccontati diversi episodi.
I militari avvisata la Procura di Civitavecchia ricevevano delega alle indagini appena due mesi dopo.
Con uno stratagemma i militari riuscivano a posizionare videocamere e microspie in diversi ambienti. Una dove era ricoverato l’anziano i cui parenti avevano sporto denuncia. Alcune nella sala ricreazione. Altre in sala mensa e in medicheria.
Una piccolissima quantità di materiale se si considera la vastità del complesso dislocato su tre piani e con oltre 100 camere da letto.
Quarantacinque giorni di audio e video che una volta sbobinati hanno confermato i timori di quella coppia che aveva sporto denuncia.
Gli operatori non hanno avuto alcun tipo di pietà per queste persone. Li incappucciavano. Legavano con le lenzuola o con le camice da notte. Addirittura qualcuno li legava con i cerotti e li irrideva definendoli “salcicce”. Poi schiaffi, strattoni, spinte, parolacce, insulti. Di tutto.
Come se non bastasse quei poveri ospiti terrorizzati dai maltrattamenti subiti non riuscivano più neanche a comunicare con i propri cari. Svegliati nel cuore della notte per cambiarli e poi abbandonati sulle carrozzine. Sedazioni non prescritte e fatte in qualsiasi ora del giorno o della notte pur di non avere più rotture di scatole. Poi chi si rifiutava di mangiare veniva ingozzato a forza attraverso l’utilizzo di enormi siringhe con le quali sparavano in gola il cibo fatto diventare poltiglia e mischiato tutto insieme.
Quasi novecento pagine redatte con dolore dai carabinieri. In questa relazione ci sono dei passaggi che lasciano senza parole anche loro tant’è, che alla fine, chiedono misure cautelari in carcere per tutti i responsabili dei reati più gravi.
Vi proponiamo solamente alcune immagini, quelle che riteniamo meno violente e che dimostrano come queste persone si siano macchiate di infamia per come hanno trattato vecchietti inermi, fragili e bisognosi di cure e attenzioni.
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