CIVITAVECCHIA – Tornano in Procura gli atti relativi alla “talpa” del Pincio. Questa la decisione assunta ieri dal giudice per le udienze preliminari Giuseppe Coniglio a seguito dell’eccezione preliminare di nullità della richiesta di rinvio a giudizio sollevata dall’avvocato Davide Capitani, legale del funzionario comunale accusato della presunta fuga di notizie sulla vicenda legata al forno crematorio.
L’inchiesta partì dopo l’esposto del sindaco Tedesco, presentato a febbraio 2020: secondo l’accusa il dipendente comunale avrebbe inviato una e-mail con una relazione a sua firma nella quale concludeva che non vi erano elementi ostativi alla prosecuzione dell’attività del forno e all’aumento delle cremazioni, bloccate dall’amministrazione Cozzolino a 2080 all’anno. Stando all’accusa, l’uomo avrebbe così rivelato notizie segrete alla società Tempio Crematorio Civitavecchia Srl, che in seguito le avrebbe utilizzate per produrle nel procedimento cautelare dinanzi al Consiglio di Stato per la sospensiva delle prescrizioni comunali riguardanti l’esercizio dell’attività di cremazione. Tutto questo avrebbe consentito alla società che gestisce l’impianto di vincere contro il Comune.
Ma per la difesa le cose non stanno affatto così. Il giudice ha rinviato intanto gli atti in Procura “perché – come sottolineato dall’avvocato Capitani – non è stata presa in considerazione l’istanza di interrogatorio: il mio assistito non ha potuto rappresentare, come anticipato già al Pm e richiesto in modo formale, quegli elementi che lo vogliono totalmente estraneo alla vicenda. Ci prepareremo quindi per affrontare l’interrogatorio e per andare a dimostrare di fronte al pubblico ministero quello che abbiamo sempre sostenuto, e cioè che non vi sia alcun tipo di prova ipotetica o presunta che sia, che possa ricondurre al mio dirigente la rivelazione di quel parere che tutto era meno che segreto. Avremo la possibilità di dimostrarlo. Siamo sempre più convinti – ha concluso – come tutta questa vicenda sia totalmente infondata».