Per il Lazio: Canale Monterano, Gaeta, Pontinia, Rivodutri, Sabaudia
Sono stati svelati, questa mattina, i nomi dei Comuni italiani premiati con le Spighe Verdi 2021, l’importante riconoscimento rilasciato dalla Foundation for Environmental Education (FEE), la stessa associazione che assegna, ogni anno, le Bandiere Blu ai Comuni costieri – alle realtà più virtuose e attente allo sviluppo rurale del territorio (e non solo).
Dal Piemonte alla Liguria, le regioni premiate con le Spighe Verdi
Si tratta di 59 località rurali, da Nord a Sud Italia, che rispettano tutta una serie di criteri stabiliti dalla FEE tra cui il corretto uso del suolo, la presenza di produzioni agricole tipiche, la sostenibilità e l’innovazione in agricoltura oltre che la corretta gestione dei rifiuti e la valorizzazione delle aree naturalistiche e del paesaggio.
Comuni virtuosi, che hanno scelto di mettere in atto strategie di gestione del territorio attente all’ambiente e alla qualità della vita della comunità.
Quella di quest’anno è la sesta edizione. A fare incetta di premi è stato il Piemonte con ben 10 Spighe Verdi. A seguire le Marche con 9, la Toscana con 7, la Calabria e la Puglia con 6. Il Lazio ne vanta 5, la Campania 4, l’Abruzzo e l’Umbria 3. Subito dopo c’è il Veneto con 2. Chiudono la lista, con una Spiga Verde, l’Emilia Romagna, la Liguria, la Lombardia e la Sicilia. Sono 14 in tutto, dunque, le regioni premiate, con 13 località in più dell’anno scorso ma con 18 new entry considerando che 5 Comuni non sono stati confermati. A perdere la Spiga Verde nel 2021, infatti, sono stati Ascea (Salerno), Roccagorga (Latina), Caorle (Venezia), Pisciotta (Salerno) e Roseto degli Abruzzi (Teramo).
Spighe verdi 2021
Le Spighe Verdi 2021 sono state assegnate in 14 Regioni. Cresce il Piemonte che arriva a ottenere il maggior numero di riconoscimenti con 10 Spighe Verdi: Alba, Bra, Canelli, Centallo, Cherasco, Guarene, Monforte d’Alba, Pralormo, Santo Stefano Belbo, e Volpedo. Subito dopo le Marche, con 9 località premiate: Esanatoglia, Grottammare, Matelica, Mondolfo, Montecassiano, Montelupone, Numana, Senigallia, Sirolo; segue la Toscana con 7 riconoscimenti: Bibbona, Castellina in Chianti, Castiglione della Pescaia, Castagneto Carducci, Fiesole, Grosseto, Massa Marittima. Con 6 località seguono la Calabria e la Puglia. Per la Calabria: Belcastro, Montegiordano, Roseto Capo Spulico, Santa Maria del Cedro, Sellia, Trebisacce. Per la Puglia: Andria, Bisceglie, Castellaneta, Carovigno, Ostuni, Troia. Con 5 località segue il Lazio: Canale Monterano, Gaeta, Pontinia, Rivodutri, Sabaudia. La Campania riceve 4 riconoscimenti Spighe Verdi: Agropoli, Capaccio Paestum, Massa Lubrense, Positano. Seguono Abruzzo e Umbria con 3 Spighe Verdi. Per l’Abruzzo: Gioia dei Marsi; Giulianova, Tortoreto; per l’Umbria: Deruta, Montefalco, Todi. Il Veneto vanta due località: Montagnana e Porto Tolle. Vi è un Comune rurale Spiga Verde in Emilia-Romagna (Parma), in Liguria (Lavagna), in Lombardia (Sant’Alessio con Vialone) e in Sicilia (Ragusa).
Spighe Verdi: cosa sono
Nato in collaborazione con Confagricoltura, il programma Spighe Verdi è molto più che un riconoscimento fine a se stesso. È, piuttosto, un marchio di qualità che incentiva i Comuni che desiderano candidarsi al premio ad essere più attenti alla sostenibilità e al proprio patrimonio rurale. Una sorta di motore del cambiamento, in cui viene riconosciuto, all’agricoltura, un ruolo prioritario. Alcuni indicatori presi in considerazione sono stati: la partecipazione pubblica; l’educazione allo sviluppo sostenibile; il corretto uso del suolo; la presenza di produzioni agricole tipiche, la sostenibilità e l’innovazione in agricoltura; la qualità dell’offerta turistica; l’esistenza e il grado di funzionalità degli impianti di depurazione; la gestione dei rifiuti con particolare riguardo alla raccolta differenziata; la valorizzazione delle aree naturalistiche eventualmente presenti sul territorio e del paesaggio; la cura dell’arredo urbano; l’accessibilità per tutti senza limitazioni. Questi sono solo alcuni degli indicatori che guidano il programma e che saranno suscettibili di variazioni, in un’ottica di miglioramento continuo e di massimo coinvolgimento dei Comuni italiani
Scopo dell’iniziativa, oltre che accrescere la sensibilità verso l’economia circolare, la valorizzazione dei prodotti tipici e del territorio, è anche fare in modo che diverse aree del Paese, spesso poco conosciute e lontane dai flussi turistici, possano attrarre nuovi visitatori. Un’occasione per rilanciare il turismo focalizzato sull’enogastronomia, punto di forza di molte località italiane.