TARQUINIA – Il prossimo appuntamento con il ciclo di conferenze “Gli Etruschi e Il Mare”, giovedì 29 luglio, alle ore 21.30 nella Lizza della Torre di Dante a Piazzale Europa sarà un affascinante viaggio sui fondali antistanti il santuario di Pyrgi, principale porto della metropoli etrusca di Cerveteri.
Con “Pyrgi il porto di Caere. Recenti scoperte e segnalazioni” verranno presentati gli ultimi esiti delle ricerche subacquee, avviate nel 1999 dal Museo del Mare e della Navigazione Antica di Santa Marinella in collaborazione con il Centro Studi Marittimi (CSM) del Gruppo Archeologico del Territorio Cerite, al fine di definire una dettagliata carta archeologica del tratto di litorale, in cui oggi è predominante l’imponente mole del Castello di Santa Severa, tra questo e la Riserva regionale di Macchiatonda.
Grazie al progetto “Pyrgi sommersa” è stato possibile non solo ricostruire l’antica linea costiera ma le frequentazioni di epoca preistorica, etrusca, romana e medievale, come raccontano i reperti oggi esposti in una delle sale dello stesso museo, inoltre i resti sommersi del porto sono fruibili tramite un itinerario subacqueo.
A parlarne Flavio Enei Direttore dal 1993 del Museo Civico Archeologico di Santa Marinella, dal 2017 “Museo del Castello di Santa Severa”, archeologo che ha promosso e avviato svariate indagini scientifiche finalizzate alla valorizzazione del territorio cerite e della sua storia millenaria attraverso la tutela dei suoi principali monumenti. L’esito di questi studi è confluito in oltre cento pubblicazioni, nonché in attività di divulgazione e di docenza a riprova del suo impegno.
L’evento si svolge sotto l’egida del MIC (Ministero della Cultura), della Regione Lazio, del Comune di Tarquinia, della Soprintendenza Archeologia della Provincia di Viterbo e dell’Etruria Meridionale, della Direzione Regionale Musei Lazio, nell’ambito del progetto “EtruSCO”, finalizzato alla valorizzazione e promozione culturale del sito UNESCO delle necropoli di Tarquinia e Cerveteri e dei rispettivi territori. Con la collaborazione dell’Assonautica di Tarquinia “G. Maffei”, dell’Università di Perugia, dell’Università di “Roma Tre”, del Museo del Mare e della Navigazione Antica e del Parco Archeologico di Vulci.