Rave Valentano finisce a tarallucci e vino. Una ventina di denunciati per reati a dir poco ridicoli

L’anarchia ha vinto sullo Stato incapace di gestire una situazione dove morte, droga, norme anticovid l’hanno fatta da padrone per sei giorni ininterrottamente

VITERBO – Michele Adragna, sostituto procuratore di Viterbo, è l’unico rimasto concentrato nella ricerca della verità e di colpevoli legati al maxi rave illegale svoltosi a cavallo di ferragosto a Valentano.

Già, è rimasto solo insieme all’avvocato della famiglia Camilli, Enrico Valentini, a spingere affinché qualcuno si assuma le proprie responsabilità (sognatori). Ci sono una ventina di denunciati (in veste di organizzatori) per reati irrilevanti come occupazione di terreni privati e reati amministrativi come l’organizzazione di una festa illegale. E che festa.

Non ci sono stati Daspo (così è stato pattuito?), non ci sono stati sequestri di materiali e mezzi (avrebbero chiesto e probabilmente ottenuto pure un risarcimento dei danni subiti). Il materiale probatorio si è limitato alle sole immagini girate in quei giorni dalle forze dell’ordine.

Lo Stato, questo Stato rappresentato in modo indegno da un ministro totalmente incapace di far rispettare le regola è forte e sprezzante con i deboli e debole, ridicolo con i forti.

C’è stato un morto, Gianluca Santiago, 24 anni. Alla fine chi rischia l’incriminazione, paradossalmente, è il proprietario del terreno che non ha vigilato sui bagnanti, circonda l’area con reti alte trenta metri, ecc. ecc. C’è gente capace di tutto.

Il caso Afghanistan ha fatto calare il silenzio su una delle vicende più vergognose di questi ultimi anni. Migliaia di persone strafatte che si sono prese gioco delle istituzioni.

Migliaia di persone provenienti da Spagna, Francia, Olanda, Germania e chissà da dove (oltre gli italiani) che hanno oltraggiato leggi, territorio e gli italiani. Pensate a quanti ristoranti chiusi e multati in questi giorni per aver violato le norme anti Covid.

Passata la festa, gabbato lo Santo e già si pensa alla prossima location. Possibilmente in Italia. Però, come detto, c’è un magistrato che non si dà per vinto e che sta cercando di trovare riscontro ad una chiacchiera sempre più forte. Che si dice in questo “pettegolezzo”?

Le malelingue dicono che qualcuno in quel posto ce li abbia accompagnati. Sempre quella malalingua racconta che questo qualcuno abbia barattato quel posto in cambio di una location ritenuta più pericolosa e in vista.

Sempre quel qualcuno ha trattato la resa in cambio del silenzio?

Tutti mandati via senza che le forze dell’ordine arrestassero gli organizzatori, i venditori ambulanti di droga che avevano allestito i banchetti; quelli che non hanno vigilato sulla morte di Santiago; o coloro che con quaranta mezzi pesanti hanno portato sul post attrezzature elettroniche e palchi da far invidia ad eventi internazionali per un valore di centinaia di milioni di euro. Chissà se chi vendeva bibite e da mangiare ha rilasciato lo scontrino fiscale, probabilmente sì visto che non ci sono state sanzioni.

Insomma, o il magistrato è fortunato, trova quello che sta cercando e non viene fermato da qualcuno “in alto” o tutto si concluderà a “tarallucci e vino” (ipotesi quasi scontata).