ALLUMIERE – Il 5 agosto scorso il comune Allumiere ha scritto una breve nota “a tutti i graduati del concorso da istruttore amministrativo” finito nel mirino delle procure di Roma e di Civitavecchia per chiedere “argomentazioni a sostegno della propria posizione soggettiva”.
Nella stessa lettera la responsabile del procedimento, Emanuela Sgamma, ha chiesto anche “a tutte le amministrazioni attingenti alla graduatoria di concorso” (tra queste c’è anche il Consiglio regionale), di conoscere “la maturata necessità in organico delle relative figure”.
La lettera si apre così: “Questa amministrazione intende valutare la sussistenza effettiva delle condizioni atte all’annullamento tout court della procedura”. Per Allumiere le risposte dovevano arrivare entro il 31 agosto, mentre la deadline per l’annullamento è stata fissata per il 15 ottobre. Ultimo e disperato tentativo del Sindaco Pasquini che con la sua inerzia ha prolungato oltremodo la situazione di illegalità da tempo denunciata e che ha portato all’iscrizione della notizia di reato presso due diverse Procure.
Una richiesta di argomentazioni agli enti che è stata rispedita al mittente, in malomodo, da parte dell’Avvocatura regionale.
La Regione, infatti, ha dichiarato che “l’Avvocatura non può non sottolineare l’assoluta irritualità della procedura assunta dal Comune laziale con la nota in questione: quest’ultima, infatti, lungi dal rappresentare una formale comunicazione di avvio del procedimento di annullamento d’ufficio ai sensi degli artt. 7 e 21 novies della L. 7 agosto 1990 n. 241, svela l’intento dell’Amministrazione civica di continuare a prendere tempo, dilatando quanto più possibile il momento di assunzione di qualsivoglia decisione in ordine agli esiti del concorso in narrativa”.
La Regione, inoltre, prosegue nel ribadire l’inutilità della nota della Sgamma, sottolineando che “la nota non indica minimamente le ragioni che indurrebbero all’eventuale esercizio dei poteri di autotutela, impedendo così ai soggetti cui questa è indirizzata di svolgere adeguatamente e con la dovuta precisione le proprie controdeduzioni… Gli interessati in tal modo continuano, nella sostanza, ad ignorare completamente i motivi che inducono la P.A. a valutare l’esercizio dei poteri in parola e si trovano così nella oggettiva impossibilità di replicare e/o di addurre circostanze di fatto e di diritto all’interno del relativo procedimento”.
L’Avvocatura regionale sottolinea la evidente “equivocità della comunicazione trasmessa” dal comune di Allumiere, oltre all’insussistenza di un obbligo, giuridicamente previsto, di riscontro alla stessa. Ma, in alternativa, a voler comunque dar seguito alla corrispondenza, risponde in senza mezzi termini in modo “stizzito” alla comunicazione della Sgamma: “si segnala l’opportunità di stigmatizzare il modus procedendi del Comune di Allumiere, vuoi per evidenziare che non è affatto chiara la finalità dell’iniziativa assunta vuoi per sottolineare l’incomprensibilità della richiesta che ivi si rivolge. E’ infatti necessario rimarcare la differente responsabilità che sulla vicenda hanno i soggetti interessati (da un lato il Comune procedente, dall’altro gli Enti che si sono giovati degli esiti del concorso, estranei allo stesso) e conseguentemente è bene sottrarsi a qualsivoglia tentativo di coinvolgimento circa le determinazioni, che spettano solo al Comune, in ordine alla sorte del concorso medesimo”.
L’ostinata posizione di conservazione dei risultati di concorsopoli, frutto di una procedura illecita, si è da ultimo spiegata attraverso la brillante idea (a gestire la partita è la dirigente Emanuela Sgamma, vincitrice dell’altra procedura per funzionario, mentre la sorella, idonea nello stesso concorso, è stata assunta in Consiglio regionale) di far quantificare, ai fortunati vincitori, importi di natura risarcitoria nel caso si dovesse giungere al doveroso se non obbligatorio annullamento del concorso. Iniziativa esclusivamente pensata al fine di ottenere un pretesto per giustificare l’ingiustificabile, paventando, in caso di annullamento, un danno per il comune di Allumiere di tale entità da consigliare di non procedere con un atto dovuto a tutela dell’interesse pubblico. Questo disperato tentativo, però, è stato nettamente smontato e rispedito al mittente dalla Regione Lazio.
Quello che però sfugge al sindaco è che i vincitori di un concorso nullo perché svolto attraverso condotte illecite, difficilmente si vedranno risarcire un danno di qualsiasi natura vuoi perché di tale danno bisognerà dare rigorosa prova (gli assunti erano quasi tutti disoccupati e, inoltre, in caso di annullamento per illiceità del concorso e nullità del contratto di assunzione avrebbero percepito somme non dovute) danno che anche se riconosciuto ma sempre in minima misura sarà sicuramente minore da quello derivante dalla grave violazione dell’Interesse Pubblico al buon andamento della Pubblica Amministrazione.
Interesse Pubblico che non può tollerare una così grave violazione dei principi di correttezza nella amministrazione della cosa pubblica. In ultimo, se l’annullamento è causato da una grave condotta illecita tenuta dal personale preposto al corretto svolgimento del concorso, ogni conseguenza di natura risarcitoria ricadrà sui responsabili di tale condotta e non su l’Ente che quindi potrà procedere tranquillamente con l’annullamento non dovendo temere improponibili condanne risarcitorie.
Risposta CRL su nota Allumiere