ROMA – “I rincari per le materie prime necessarie all’alimentazione degli animali sono inaccettabili e questo sta mettendo a rischio la zootecnia. E’ una situazione insostenibile per gli allevatori, peraltro già vessati dalla crisi determinata dalla pandemia, che ha contribuito a creare tensioni. Era necessario e urgente un confronto istituzionale su questo tema”. Così il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri, nel commentare positivamente la convocazione per il 30 settembre di un tavolo sulla filiera lattiero-casearia da parte del ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, che ha accolto la richiesta di Coldiretti.
“I prezzi del latte alla stalla riconosciuti agli allevatori, sono in calo e non sono mai stati così bassi come negli ultimi anni – prosegue Granieri -. Devono assolutamente essere concordati compensi equi nei contratti di fornitura fra le industrie di trasformazione e gli allevatori. A fronte dei rincari delle materie prime necessarie per l’alimentazione degli animali, è fondamentale assicurare la sostenibilità finanziaria degli allevamenti, sottraendoli al rischio di chiusura a causa di prezzi sotto i costi di produzione”.
Tra i prodotti destinati all’alimentazione degli animali, le cui quotazioni sono sbalzate ai massimi storici, tra questi il mais registra il maggior incremento del decennio.
“Bisogna creare le condizioni per garantire una adeguata remunerazione del lavoro degli allevatori – conclude Granieri – altrimenti si mette a rischio l’intera filiera e allo stesso tempo si deve continuare a garantire ai consumatori prodotti sicuri e di qualità, che sostengono l’economia, il lavoro e i territori italiani. Quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere, spesso da intere generazioni, lo spopolamento e il degrado”.
La produzione italiana di latte supera 12 milioni di tonnellate, di cui oltre il 40% destinato ai grandi formaggi Dop secondo lo studio Coldiretti. Una situazione che rischia di compromettere seriamente il futuro dell’allevamento italiano. Un settore, quello della zootecnia, che solo nel Lazio offre lavoro ad oltre 20 mila persone.