PERUGIA – Ha fornito eroina e cocaina a una giovane sudamericana, inducendola poi ad avere atti sessuali e fotografandola; la donna era successivamente morta – è emerso dagli accertamenti – per l’abuso degli stupefacenti: per questo la squadra mobile di Perugia ha arrestato un ecuadoriano di circa 40 anni per violenza sessuale aggravata e di morte come conseguenza di altro delitto oltreché per concorso in spaccio con una connazionale coetanea finita ai domiciliari.
Nei confronti dei due la polizia ha dato esecuzione ad un’ordinanza cautelare emessa dal gip di Perugia.
Le indagini della squadra mobile della questura – diretta da Gianluca Boiano – sono state avviate la mattinata dell’11 aprile scorso quando all’interno dell’abitazione di uno dei destinatari del provvedimento restrittivo, in piazza Vittorio Veneto, alla periferia del capoluogo umbro, era stato constatato il decesso della giovane per l’abuso di droga. Nell’appartamento gli investigatori avevano trovato gli indagati e un’altra coppia di amici della vittima.
Le indagini – delle quali riferisce la Questura – hanno documentato che la giovane aveva trascorso la prima parte della serata precedente bevendo alcolici in un altro appartamento in compagnia di connazionali. Poco prima dell’una di notte si era quindi spostata, con un gruppo di loro, tra cui gli indagati, nell’appartamento di via piazza Vittorio Veneto, dove – ritiene la polizia -consumava eroina e cocaina fornitagli dall’arrestato che lì abitava.
Nella nottata il sudamericano, rimasto solo con la giovane, che secondo la ricostruzione della mobile si trovava evidentemente in uno stato di incoscienza per la consistente assunzione di alcol, eroina e cocaina, approfittando delle precarie condizioni fisiche e psichiche della vittima la “induceva” a subire atti sessuali. Violenze protrattesi – è l’ipotesi investigativa – sia durante la nottata sia nelle prime ore della mattina seguente, fino a poco prima del presumibile orario del decesso.
Le indagini, oltre a chiarire i contorni di quanto accaduto la notte tra il 10 e l’11 aprile, hanno portato alla luce quella che è ritenuta una “fiorente” attività di commercio di stupefacenti di vario tipo, cocaina ed eroina e marijuana, messa in piedi dalla donna finita ai domiciliari in qualità di organizzatrice e dall’uomo quale “collaboratore abituale”