ROMA – Riceviamo e pubblichiamo: Il disastro sui Rifiuti, targato Nicola Zingaretti, non è solo fuori nelle strade sotto gli occhi di tutti, prima in condivisione con la Raggi ora con il sindaco Gualtieri, ma anche dentro, negli uffici regionali.
Per individuare il personaggio giusto proveniente dalla Toscana per ricoprire un ruolo strategico da mesi va in onda un ridicolo balletto che ha visto ben 4 concorsi, 2 interni e 2 esterni, altrettante commissioni, stessi esiti tranne l’ultimo che ha centrato l’obiettivo.
Dopo che la magistratura ha acceso un faro sulla gestione dei rifiuti nella Regione Lazio nel quale si evidenzierebbe un inquietante quadro di corruzione in cui gli accusati avrebbero ‘manipolato la procedura amministrativa volta alla individuazione della prossima discarica di rifiuti solidi urbani della Capitale, ricorrendo ad indebite scorciatoie’ da allora la Direzione regionale del Ciclo dei Rifiuti è rimasta una mera sedia calda da riempire per comporre l’ultimo tassello del modello Zingaretti sulla gestione dell’immondizia.
Non bastano i 250 dirigenti presenti e i centinaia di milioni di euro già sborsati in 8 anni per chiamare dall’esterno soggetti che si reputano migliori rispetto a un patrimonio interno che la Regione Lazio possiede con i suoi dirigenti che vengono per l’ennesima volta calpestati.
A nulla sono i bastati i richiami della Corte dei Conti sul tema, tutto questo fa comprendere l’utile incompetenza del Pd nella gestione del ciclo dei rifiuti regionale su cui Roma e i romani stanno pagando un prezzo salatissimo e non solo sulla Tari.
Fabrizio Santori
Consigliere comunale di Roma
Gruppo Lega