Tutti fuori. Dal consiglio comunale e dalla provincia. La pagliacciata delle provinciali suona come la tromba dei Bersaglieri
VITERBO – Tutti a casa. A casa quel bugiardo (politicamente parlando) del sindaco Arena. Dietro a lui tutti quei bugiardi (sempre politicamente parlando) che hanno tradito i valori del centrodestra.
Fuori dal Comune i consiglieri di Forza Italia ma anche fuori dalla Provincia.
Una tsunami a catena che rilancia alla grande i partiti di centrodestra e le liste civiche che hanno sempre supportato e sopportato un partito indegno di rappresentare i valori che spinsero il presidente Berlusconi a salvare l’Italia dai comunisti e dai comunismi.
L’operazione sfacelo ha un nome ed un cognome: Francesco Battistoni.
La tracotanza e supponenza politica lo hanno spinto ben oltre delle sue qualità note a tutti tranne che allo stesso “miracolato” senatore prima e sottosegretario poi.
E’ riuscito nell’impossibile tra gli applausi a scena aperta dell’intera provincia di Viterbo che non ne poteva più di questi soggetti e che ora saranno cancellati per sempre dalla storia contemporanea e rimarranno solamente un brutto ricordo.
Il sindaco Giovanni Arena ormai è come un pugile suonato. Come sente qualcosa suonare si mette in guardia. La minaccia, ridicola, delle sue dimissioni ha fatto sbellicare dalle risate anche quei pochi giornalisti che perdono tempo a chiamarlo.
Se vuole dimettersi vada dal notaio e firmi, in modo irrevocabile, la rinuncia al suo incarico. Le finte dimissioni in mano al segretario generale, per prendersi una pausa di 20 giorni e cercare di ricucire, è operazione ormai possibile solo nel suo pensiero.
A casa. Scacciato nel peggiore dei modi da Palazzo dei Priori. La trappola di Alessandro Giulivi ha funzionato alla grande e i SIGNORI della politica paesana ci sono cascati con tutte le zampe.
Niente finte dimissioni. Qualunque finto gesto faranno i forza italioti la missione oggi è una sola. Mandare a casa questo ciarpame di politici che hanno monopolizzato la politica cittadina per troppo tempo.
Alessandro Romoli le sta tentando tutte. Si tenesse la sua maggioranza. Oppure si dimettesse subito. Adesso. All’istante. Cospargendosi il capo di cenere e chiedendo scusa ai cittadini del centrodestra “truffati” da un’alleanza che non potrà mai essere digerita. Anche il suo destino nel segno del peggior iscariota della politica è segnato.
A Natale, questo è certo, lo spumante scorrerà a fiumi. Viterbo è stata liberata.