Il Presidente Migliorelli ha scritto una lettera ai comuni del comprensorio in cui mette le mani avanti per spiegare che gli aumenti non sono dovuti a maggiori costi o ad inefficienze della società. Però elenca un dettaglio di maggiori spese per il termovalorizzatore di San Vittore e la discarica di Viterbo. Al Commissario prefettizio, Antonella Scolamiero, l’arduo compito di controllare e frenare il “flusso” dei rifiuti nella Tuscia
FROSINONE – Il presidentissimo della SAF (Società Ambiente FrosinoneSocietà Ambiente Frosinone), società pubblica i cui soci sono i comuni della provincia di Frosinone e la stessa provincia, Lucio Migliorelli, voluto fortemente da Mauro Buschini al vertice della società (Migliorelli era il suo capo della segreteria ai tempi, molto lontani, in cui il politico alatrense era assessore regionale ai rifiuti) mette le mani avanti per giustificare la batosta che presto si abbatterà sui cittadini ciociari.
Lo fa, però, non verificando con la giusta attenzione cosa scrive.
Nella lettera inviata a tutti i comuni della provincia di Frosinone, infatti, Migliorelli comunica l’adeguamento ISTAT dell’attuale tariffa di conferimento all’impianto di Colfelice.
Rincari che saranno a carico dei comuni e, quindi, dei contribuenti. Con una precisazione: “Riteniamo sin d’ora opportuno evidenziare – sin da prevenire ogni eventuale forviante equivoco e/o polemica anche eventualmente strumentale – che gli incrementi ISTAT di cui alla presente comunicazione non sono in alcun modo imputabili a maggiori costi derivanti da eventuali e/o presunte responsabilità e/o inefficienze di SAF”.
Volendo sorvolare, almeno in questa occasione, sulle eventuali responsabilità o inefficienze della SAF (di cui ci siamo ampiamente occupati in passato, dallo zinco, all’indice respiromentrico, fino ad arrivare all’inadeguatezza dell’impianto che ha portato i rifiuti ciociari in giro per l’Italia), ci chiediamo il perché riferisce che questi aumenti non sono dovuti all’aumento dei costi sostenuti dalla Società Ambiente Frosinone.
Se così fosse, perché ha scritto una lunga lettera ai sindaci elencando queste maggiori spese?
Premesso che è legittimo aumentare il costo della tariffa con l’adeguamento ISTAT, perché citare l’enorme esborso versato, in più (aumento del 50%), per il termovalorizzatore di San Vittore e la discarica di Viterbo?
Nel dettaglio, il costo di avvio al recupero energetico del CDR prodotto dall’impianto di Colfelice conferito presso l’impianto di San Vittore di proprietà Acea era di 80 euro a tonnellata (comprensivo del costo di trasporto).
Oggi, lo stesso servizio ha un costo di 127 euro a tonnellata (oltre il trasporto). Un incremento esponenziale che rischia di mandare SAF (o i cittadini ciociari) a “gambe all’aria”.
Lo stesso problema si è avuto con lo smaltimento in discarica.
I costi per lo smaltimento dei sovvalli presso la discarica di Roccasecca ammontavano a 66,52 euro a tonnellata (oltre a 7 euro per il trasporto), mentre il conferimento presso la discarica di Viterbo “ha subito un notevole incremento”: 83 euro a tonnellata (oltre a 25€/tonn per il trasporto).
A Viterbo, quindi, vengono accolti i rifiuti di gran parte della regione Lazio ma il tutto ha un costo che, a detta di Migliorelli e del vertice SAF, è elevato.
Quasi il 50% in più. Tra i tanti ardui compiti che spetteranno al Commissario prefettizio, Antonella Scolamiero, chiamata per i prossimi quattro/cinque mesi a gestire il comune di Viterbo dopo la sfiducia all’ex sindaco Arena, ci sarà quello di controllare il “flusso” dei rifiuti nel viterbese e verificare chi beneficia realmente dei maggiori introiti dovuti ai più alti costi segnalati da Migliorelli.
Ricordiamo, inoltre, che Viterbo non ha mai smesso di ricevere rifiuti da SAF. Anche quando gli stessi erano stati bollati come carichi di zinco dalla stessa società ciociara a seguito dei campionamenti effettuati dall’Arpa.
In ultimo, inutile ribadire, continuando nella lettura della missiva inviata dalla SAF, che l’aumento delle tariffe non è soltanto un adeguamento ISTAT.
Nella lettera viene specificato che: “Solo recentemente, proprio in ragione della consistenza dei predetti aumenti di costi – come sopra richiamati – la scrivente Società ha dovuto procedere alla formulazione di un’istanza di adeguamento della tariffa, presentata alla Regione Lazio, sulla base dei costi certificati a consuntivo, nell’esercizio chiuso al 31.12.2020. Fermo restando quanto sopra, riteniamo doveroso anticipare le ragioni sottese al disposto adeguamento ISTAT anche al fine di poter provvedere all’adozione di tutti i conseguenti atti ed azioni volte ad assicurare la relativa copertura di bilancio e finanziaria”.
Tradotto: cari cittadini, pagate di più perché San Vittore (Acea) e Viterbo (Ecologia Viterbo di Cerroni) costano di più.
_NOTA PROT. N.600 DEL 23.12.2021