“Nel 2018, quando ci siamo presentati ai cittadini per chiedere il loro voto, lo abbiamo fatto su un programma elettorale del centrodestra”
VITERBO – Riceviamo e pubblichiamo – Se si può andare a braccetto con chiunque, oggi con la destra, domani con la sinistra, o anche tutte e due insieme, nello stesso momento, a seconda dei palazzi, tra l’altro anche a pochi metri di distanza, allora la politica non esiste più: tanto vale consegnare il governo degli enti ai tecnici come, purtroppo, è avvenuto, in via del tutto eccezionale, con la situazione pandemica. Ma questa non è la normalità.
L’indirizzo politico, quello che imprime la marcia agli enti territoriali, non può essere lo stesso per la destra e per la sinistra. Allora oggi chi voleva comodamente sedersi a fianco del Pd in Provincia, e accanto ai partiti della coalizione di centrodestra in Comune, dovrebbe dire qual è il suo. In quale orizzonte si riconosce? In quello di tutti? Ci sembra improbabile, perché la direzione in cui procedono Lega, Fratelli d’Italia e Fondazione, di certo non è quella del Pd e dei 5 stelle, nel definire una visione delle comunità e dei territori, basata su valori completamente diversi per uno schieramento e l’altro.
Nel 2018, quando ci siamo presentati ai cittadini per chiedere il loro voto, lo abbiamo fatto su un programma elettorale del centrodestra. Su quelle linee programmatiche portate nel primo consiglio comunale e stipulate con la collettività tramite il voto popolare, abbiamo chiesto innumerevoli volte in questi tre anni e mezzo al sindaco di essere più incisivo, più puntuale, più determinato. Non si contano più le occasioni in cui era stato chiesto di imprimere una marcia diversa al Comune di Viterbo. Oggi, per tutta risposta, una componente dell’alleanza di centrodestra, che esprime il sindaco del comune di Viterbo, confluisce in un programma elettorale con il Pd per la provincia, dove, secondo il neo presidente eletto, Lega, Fratelli d’Italia e Fondazione avrebbero dovuto finire in un unico pentolone dove cucinare insieme le mele con le pere, come se fossero la stessa cosa.
Al Comune di Viterbo si è semplicemente consumato il naturale epilogo di una situazione problematica che si trascinava oramai da tempo e che aveva portato l’amministrazione comunale a impantanarsi completamente con un sindaco ridotto ormai solo a tagliare nastri.