Spifferi dalla Pisana. Incontro segreto (attovagliati al ristorante) tra i senatori Bruno Astorre (Pd) e Claudio Fazzone (Fi) oltre al consigliere regionale Daniele Leodori per siglare l’accordo per le prossime regionali. Il senatore di Fondi pronto a ripetere l’esperimento che a Viterbo ha visto trionfare l’asse PD-FI per far perdere il centrodestra
VITERBO – L’accordo tra Pd e Forza Italia per le elezioni provinciali di Viterbo grazie al quale ha visto trionfare Alessandro Romoli, verrà riproposto, con tutta probabilità, alle prossime elezioni regionali che si terranno tra un anno (o anche prima se le politiche si svolgeranno in anticipo rispetto alla naturale scadenza). Per vedere se funziona, prima, c’è l’appuntamento sempre a Viterbo per trovare il sostituto del decaduto Giovanni Arena.
In una conferenza stampa congiunta a fine novembre, Pietro Nocchi (Pd) e il candidato presidente (FI) Alessandro Romoli avevano spiegato le ragioni dell’intesa: “L’accordo elettorale è un progetto in continuità. E garantire continuità significa garantire risorse e prospettive”. E queste parole sembrano essere prese alla lettera dal coordinatore regionale di Forza Italia, il senatore Claudio Fazzone, che la settimana scorsa avrebbe incontrato in gran segreto due big del Partito Democratico laziale: Bruno Astorre e Daniele Leodori.
Quest’ultimo, con molta probabilità, dovrebbe riuscire ad ottenere la candidatura alla Presidenza della regione Lazio, bruciando le legittime aspirazioni dell’assessore alla Sanità, Alessio D’Amato.
All’ordine del giorno dell’incontro la riproposizione dell’accordo di Viterbo anche su scala regionale. A prescindere di cosa decida, poi, il partito di Berlusconi a livello nazionale. Il senatore Fazzone, infatti, sembrerebbe intenzionato ad andare avanti sulla strada dell’accordo a sinistra, anche se non dovesse essere assecondato da quel poco che resta dell’altra parte di Forza Italia.
A costo di organizzare la presentazione di una lista civica del quale già esiste il nome “Azzurri per il Lazio” a sostegno del candidato Presidente Leodori per spostare i suoi voti da una parte all’altra dello schieramento. Gli addetti ai lavori stimano la consistenza elettorale del senatore di Fondi intorno alle 15/20 mila preferenze che, trasportate nello schieramento di centrosinistra, portano un saldo di 30/40 mila voti a favore della coalizione che dovrebbe sostenere Leodori. Ed il gioco è fatto.
D’altronde le ambiguità di Foza Italia in ambito regionale non sono una novità. Dalla presidenza, per quasi 3 anni, di Pino Simeone nella Commissione Sanità della Pisana, una delle più importanti del consiglio regionale, al voto per i rappresentanti della regione per l’elezione del Presidente della Repubblica.
Manovre di Palazzo che il nostro blog ha raccontato con dovizie di particolari e che sono state riportate anche dall’Ansa: “Nel centrodestra il tentativo di sgambetto c’è stato nel Lazio. E’ risultato eletto per la minoranza Fabrizio Ghera di Fdi, ma Fi è riuscita a raccogliere 10 voti sul suo Giuseppe Simeone, solo uno meno di Ghera. Il tentativo ha fatto infuriare il partito di Meloni, in cui diversi parlamentari mettono ora in dubbio la lealtà alla coalizione di Fi, cosa che farebbe evaporare l’appoggio a Silvio Berlusconi”.
Non sono passate inosservate, inoltre, anche alcune manovre sul territorio con cui il coordinatore regionale di Forza Italia ha “sgambettato” i rivali all’interno del suo partito.
Con l’aiuto anche di chi governa la regione Lazio. Su tutti la guerra in ciociaria a Gianluca Quadrini (ormai in pianta stabile all’interno della Lega) con la revoca da commissario della XV Comunità Montana “Valle del Liri” di Arce. Revoca e sostituzione di Quadrini con Rossella Chiusaroli che di gestione di enti non era considerata esperta essendo al primo incarico apicale del genere. L’unico requisito che aveva era la vicinanza politica a Claudio Fazzone. Manovra resa possibile grazie ad un Decreto del Presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti.
Infine, un’ultima considerazione su una questione che può essere considerata apripista dell’accordo PD-Fazzone in regione: a breve uno storico dirigente regionale (molto vicino a Fazzone) potrebbe lasciare la Pisana per traslocare nella Città Metropolitana di Roma. Ente tenuto ben saldo dai Dem dopo la conquista del Campidoglio da parte di Roberto Gualtieri.
Porte aperte per il “laboratorio Viterbo” per la riconquista di Palazzo dei Priori attraverso sempre una lista civica dal nome fantasioso “Azzurri per Viterbo”. Operazione assai più ardua. Mentre l’ex sindaco Arena, tutti i santi giorni scrive sui social quanto sia stato bravo ed abbia fatto bene (solo lui ovviamente), ci sono due problemi assai grandi ai quali guardare con molta attenzione. La manovra iniziata mesi fa di traghettare Talete nelle mani di Acea e la gestione dei rifiuti che, grazie proprio allo sciagurato comportamenti di Arena e Forza Italia ha trasformato la Tuscia nella più grande cloaca autorizzata a ricevere rifiuti non autorizzati e provenienti dalla società Deco detenuta, guarda caso, proprio da Acea.