Una legge che introduce lo studio dell’Olocausto nelle scuole superiori ha scatenato una furiosa polemica in Romania
BUCAREST – La Procura di Bucarest ha avviato un’indagine per stabilire se un comunicato stampa del partito nazionalista Alleanza per l’Unità dei Romeni (AUR) ha infranto un’altra legge, che punisce la minimizzazione pubblica dell’Olocausto e dei suoi effetti.
Davanti al Palazzo del Parlamento di Bucarest e per le strade di tutta la Romania non si parla d’altro: dopo la promulgazione della legge che introduce lo studio dell’Olocausto nelle scuole, l’Alleanza per l’Unità dei Rumeni -, un partito che ha ottenuto il 9% dei voti nelle ultime elezioni e che è in forte ascesa, secondo i sondaggi – ha diramato un comunicato stampa in cui chiede al Ministero dell’Educazione – citiamo testualmente – di fermare “gli esperimenti ideologici sui bambini”.
L’AUR ha dichiarato che materie come l’educazione sessuale o la storia dell’Olocausto sono da considerare “temi minori” per gli studenti.
Il partito conservatore nazionalista ha detto che vorrebbe vedere un programma didattico orientato più sulla letteratura romena e la storia nazionale, senza riferimenti all’antisemitismo.
La Procura di Bucarest ha aperto un’ichiesta nei confronti deI vertici del partito.
Interviene Claudiu Tarziu, co-presidente dell’AUR: “Non vogliamo mettere in discussione l’Olocausto, abbiamo messo in discussione un modo di educare le giovani generazioni. Non vogliamo minimizzare l’Olocausto. Per questo l’indagine della Procura è sorprendente, perché il problema è inesistente. Siamo cristiani, non possiamo essere antisemiti”.
Alexandru Florian è il Direttore dell’Istituto Nazionale Storico romeno: “Se questi politici andranno al potere, sceglieranno delle politiche pubbliche che diminuiranno i diritti e le libertà di certe categorie della popolazione romena. Il negazionismo storico è una minaccia alla democrazia”.
Per anni la Romania ha negato la sua partecipazione allo sterminio degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale, ma la Commissione internazionale per lo studio dell’Olocausto ha dichiarato che almeno 280.000 persone (un numero imprecisato di vittime rom e sinti, ad esempio) vennero uccise in Romania e nei territori sotto il suo controllo.