Bollino rosso, come certificato dal ministero delle infrastrutture, per la trasversale Orte-Civitavecchia. In altre parole, progetto da rifare e rischio – così sostiene il deputato Mauro Rotelli – di perdere i finanziamenti stanziati per il suo completamento. “Inseguendo l’impossibile gestione dell’opera in un unico appalto – scrive in un post pubblicato su Facebook il parlamentare di Fratelli d’Italia – e in presenza di tante forzature sulle ipotesi di tracciato, è stato sprecato talmente tanto tempo che ora si rischia addirittura di perdere le risorse. La SS 675 è l’unica con semaforo rosso nell’elenco delle opere strategiche: la Tuscia non se lo può permettere”.
All’indomani di questa nuova doccia fredda non poteva mancare una presa di posizione dell’ex sindaco di Tarquinia, Mauro Mazzola, da anni in prima linea per denunciare la pericolosità del tracciato scelto, il quale, andando ad impattare con siti naturalistici di grande pregio, è stato infatti stoppato dalla giustizia amministrativa: “Lo avevo detto in tempi non sospetti – dice – fin dall’inizio della procedura. C’erano varianti più accettabili per il territorio di Tarquinia. Ritengo che l’opera sia sì strategica per il nostro Paese, ma andava concepita in modo da non deturpare alcune delle aree da proteggere. Tra l’altro, avevo anche previsto che tanta gente, ambientalisti in testa, non avrebbe mai ceduto al progetto così come pensato, ovvero a una strada che passa nella Valle del Mignone gravata da vincolo idrogeologico”.
“La politica all’epoca – prosegue – compreso il consigliere regionale Panunzi, non ha ritenuto di sostenere un’altra possibilità e si è andati avanti ciecamente fino al ricorso alla Corte europea che gli stessi ambientalisti hanno vinto, mettendo fine alla prosecuzione dell’opera. Una politica miope che non ha voluto ascoltare chi vive nel territorio e le altre possibilità che andavano studiate in modo serio e poi messe in campo. C’era ad esempio – spiega ancora Mazzola – da dividere l’opera in stralci funzionali, fino a Cinelli, poi da Cinelli fino al superamento di Monteromano e infine il tratto vero e proprio di Tarquinia. Oggi lo stato è di blocco forzato e ne paghiamo le conseguenze. Ero del Pd, e dopo questa storia non lo sono più. La politica ha il dovere di ascoltare la sua gente e questo non è stato fatto. un errore imperdonabile”.