Frosinone – “Operazione Maschera” parla Vicano: “Dimostrerò l’estraneità ai fatti contestati”

L’ex presidente della Saf precisa: “Durante la mia presidenza ho avuto solo un ruolo politico e non tecnico”

FROSINONE – Dopo l’udienza di mercoledì scorso in cui il sostituto procuratore Alberto Galanti ha chiesto il rinvio a giudizio per tutti gli indagati (tranne uno), l’ex numero uno della SAF (Società Ambiente Frosinone) si dichiara estraneo alla gestione dei rifiuti dell’impianto che presiedeva. Il 13 aprile ha chiesto di essere sentito per poter dimostrare, carte alla mano, la sua totale estraneità ai fatti (seppur minori) contestategli.

La lunga inchiesta sui codici a specchio sui rifiuti denominata “Operazione Maschera” avrà un’altra tappa fondamentale il prossimo 13 aprile.

In quell’occasione il Gup, Nicolò Marino, con molta probabilità prenderà una decisione in merito alla richiesta di Alberto Galanti di rinvio a giudizio di 30 persone e 10 società.

Mauro Vicano ci ha spiegato perché chiederà di essere ascoltato dal giudice: “Ritengo di non aver fatto nessuna irregolarità di quelle contestate in fase di indagini preliminari. Vorrei far valere le mie ragioni che, vista l’imponenza dell’inchiesta, sono state tralasciate”.

Ricordiamo che la vicenda verte sull’interpretazione di alcuni codici e catalogazione di rifiuti che mettono in difficoltà anche i più esperti in materia. Sul punto sono stati scritti lunghi trattati e ci sono state numerose interpretazioni, tanto che si è reso necessario, nel passato, anche ricorrere alla pronuncia della Corte europea su alcuni rinvii pregiudiziali.

Per questo motivo il ruolo dei 30 imputati verrà sicuramente valutato singolarmente anche in relazione alla complessità della materia.

In quegli anni ho avuto solo un ruolo politico – ha dichiarato al nostro Blog, Mauro Vicano – non amministrativo né tantomeno tecnico. Ho chiesto di essere ascoltato e mi dissocio completamente da tutta la vicenda perché non potevo esserne a conoscenza. Il mio ruolo all’interno della Società Ambiente Frosinone, infatti, era soltanto politico e su questo delicato caso, come per altri, mi sono sempre avvalso della collaborazione dei tecnici. Ci sono atti protocollati che dimostrano che, proprio per la complessità della materia, avevo delegato al controllo figure ben precise.”