Dopo l’arresto del presidente Daniele De Paolis anche i suoi fedelissimi sono finiti nei guai con l’accusa di abuso d’ufficio e falso
CIVITAVECCHIA – Ieri mattina l’arresto del presidente dell’Università Agraria, Daniele De Paolis, da parte della Guardia di Finanza, ha destato molto clamore in città.
Per lui i reati ipotizzati dagli investigatori sono peculato, abuso d’ufficio e falso. Avrebbe prelevato dai conti dell’ente somme che variavano da 50 a 200 euro per uso personale. Nel filone d’indagine ovviamente anche gli usi civici che hanno monopolizzato lo scontro tra De Paolis e le forze politiche cittadine e regionali.
Il sostituto procuratore Alessandro Gentile ha iscritto sul registro degli indagati anche Damiria Delmirani e Renzo Crisostomi per abuso d’ufficio e falso in concorso tra loro per un’operazione d’acquisto di alcuni animali da inserire sui terreni dell’ente.
De Paolis inoltre dovrà anche rispondere, anche di abuso d’ufficio, insieme ad altri due membri dell’esecutivo dell’ente, per la spinosa vicenda relativa agli usi civici e nello specifico alle certificazioni che l’ente civitavecchiese ha rilasciato ad alcuni cittadini che ne hanno fatto richiesta, circa la presenza o meno di gravami sui terreni di loro proprietà.
Una vicenda che pone fine ad una diatriba sulla gestione dell’Università che durava da anni e cioè da quando il presidente De Paolis, ora per un motivo ora dell’altro, rinviava continuamente le elezioni per il rinnovo delle cariche sociali tanto da far intervenire anche il Prefetto di Roma con una diffida formale.
Una gestione padronale dell’ente che ha isolato sempre di più De Paolis e i suoi fedelissimi che adesso si dovranno difendere dalle accuse mosse dalla Procura della Repubblica di Civitavecchia.
Nella giornata di oggi sono attese le dimissioni sia del presidente che degli altri due indagati in questa vicenda che, per la verità, è ancora poco chiara.
PRESUNZIONE DI INNOCENZA
Il soggetto indagato è persona nei cui confronti vengono effettuate indagini durante lo svolgimento dell’azione penale; nel sistema penale italiano la presunzione di innocenza, art 27 Costituzione, è tale fino al terzo grado di giudizio e la persona indagata non è considerata colpevole fino alla condanna definitiva.