VITERBO – A seguito del sequestro della discarica di Albano, operato venerdì dalla Finanza di Velletri nell’ambito dell’indagine sull’assenza di una specifica tipologia di fideiussione necessaria al rilascio dell’autorizzazione regionale, per Viterbo torna l’incubo rifiuti.
“Ci risiamo – commenta in un post sulla sua pagina Facebook l’ex consigliera comunale Luisa Ciambella -. E anche stavolta i viterbesi devono apprendere la notizia dai giornali. Non pervenuti al momento i nostri rappresentanti provinciali, regionali e della politica traversale tutta”.
Secondo Ciambella è facile indovinare che i rifiuti che la Capitale, ma non solo, smaltiva fino alla settimana scorsa ad Albano, arriveranno nella Tuscia: “ La risposta è scontata. Anche perché un emendamento al piano regionale di gestione dei rifiuti condanna l’unico Ato virtuoso nel Lazio, quello di Viterbo, a ricevere i rifiuti delle altre province che, per un motivo o un altro, si trovano prive di impianti”.
Nel mirino di Luisa Ciambella finisce però anche la scarsa comunicazione di quanto accaduto e di quanto accadrà: “Abbiamo appreso tutto ciò – commenta – dai giornali.
I nostri rappresentati provinciali e regionali erano informati di questa decisione?
Le cose stanno veramente come riportano i giornali?
O, ancora peggio, i nostri rappresentanti neanche sono stati avvertiti?
Quali controlli vengono svolti su tutti i rifiuti che da questa estate arrivano a Viterbo e con quali risultati?
Sono domande a cui un amministratore a cui sta a cuore il bene comune dovrebbe rispondere. Non certo con manifestazioni folcloristiche come quella di inizio agosto ai cancelli di Monterazzano”.
Secondo un articolo pubblicato sul Corriere della Sera: “Nella discarica di Albano giungevano fino a venerdì scorso complessivamente più di 1.100 tonnellate al giorno di rifiuti (circa 90 Tir) perché oltre agli scarti romani, venivano inviati qui quelli di altri 24 Comuni della Città metropolitana, ma per almeno 400 tonnellate verranno in soccorso le discariche di Viterbo e Roccasecca”.
Per cui torna il quesito dell’ex consigliere comunale: “I nostri rappresentanti sono stati informati in anticipo di tutto ciò”?