ROMA – L’ha picchiata per anni, anche davanti alla figlia, costringendola a vessazioni indicibili fino ad aggredirla così violentemente da ucciderla.
Gli investigatori della IV Sezione della Squadra Mobile di Roma hanno arrestato un 38enne di origine romene, gravemente indiziato dei reati di maltrattamenti in famiglia e lesioni personali aggravate e di sottrazione e trattenimento di minore all’estero.
L’uomo ha picchiato la moglie per anni obbligandola a lavorare e portandole via la bambina consegnandola ai nonni paterni.
A carico dell’uomo sono emersi gravi indizi di colpevolezza in ordine al reato di maltrattamenti contro familiari, aggravato in quanto commesso in presenza e in danno anche della figlia minore e per il fatto che le ripetute condotte hanno portato al decesso della giovane moglie, di 33 anni, avvenuto in un ospedale della Capitale nel gennaio del 2021.
Per anni la moglie e la figlia di otto anni sono state sottoposte a ripetute vessazioni da parte dell’uomo, tradottesi in violenze fisiche, morali e psicologiche. L’attività d’indagine, avviata immediatamente dopo il ricovero della vittima, giunta in un ospedale romano nel gennaio 2021 in gravissime condizioni, è durata alcuni mesi ed è stata svolta senza tralasciare alcun aspetto della vita dei coniugi, facendo emergere la condizione di isolamento, di soggezione e paura in cui la vittima era stata costretta a vivere per anni. Gli investigatori hanno ricostruito tutti i precedenti episodi di aggressione fisica subiti dalla donna, i numerosi accessi in pronto soccorso con prognosi anche di svariati giorni, motivati spesso da incidenti domestici, e i reiterati interventi delle Forze dell’Ordine che hanno tentato di capire cosa stesse accadendo in quella famiglia e le motivazioni delle continue ritrattazioni della donna.
L’uomo era anche stato colpito, nell’agosto 2020, da un provvedimento di ammonimento per violenza domestica emesso dal Questore di Roma. Il timore generato nella vittima dalla figura del suo compagno, nonché padre della figlia, era legato anche a una dipendenza economica che le aveva impedito di crearsi un suo spazio di interazione sociale e lavorativa, sottratto al suo controllo. La donna non poteva coltivare rapporti con la sua famiglia di origine, nè con i vicini, nè utilizzare social networks, così come non poteva gestire le entrate economiche, appannaggio esclusivo del marito. L’indagato, ad un certo punto, però, ha deciso di allontanare la loro figlia dalle cure della madre per portarla in Romania e affidarla ai nonni paterni, per far sì che la moglie lavorasse quale badante a tempo pieno per ottenere delle entrate ultronee. Questa decisione, non condivisa dalla donna, ha determinato l’ulteriore imputazione del marito per sottrazione e trattenimento di minore all’estero. Gli accertamenti svolti dagli inquirenti e le consulenze medico-legali effettuate a seguito del decesso sono stati determinanti nel consentire di ravvisare un nesso di causalità tra le gravi condotte maltrattanti dell’arrestato e la morte della donna. Notificato il provvedimento l’indagato è stato condotto nel carcere di Frosinone.