Il sindaco di Roma spiazza tutti annunciando la realizzazione di un termovalorizzatore nella capitale. Mossa che spacca la maggioranza giallorossa in Regione e allontana ulteriormente le posizioni tra Lega e FdI. I salviniani, infatti, propongono addirittura di fare il primo passo e vanno in soccorso di Zingaretti, il vero sconfitto sulla gestione dell’immondizia romana
ROMA – Tanto di cappello alla mossa del sindaco Roberto Gualtieri (e a chi l’ha suggerita) che con un colpo solo è uscito dall’impasse delle difficoltà nella gestione rifiuti (in verità ereditando colpe di altri, vedi Marino, Raggi e Zingaretti), mettere in difficolta la maggioranza giallorossa che governa la regione Lazio, spaccare ulteriormente il centrodestra (con la Lega ad accogliere con entusiasmo la decisione del primo cittadino della Capitale, mentre FdI l’ha sonoramente bocciata) e mettere all’angolo il Presidente Nicola Zingaretti, che esce con le ossa rotte dalla convulsa giornata di ieri.
Il primo cittadino di Roma Capitale ha dimostrato di avere un’ampia visione politica che non si ferma all’immediato, ma va oltre.
Da tempo e da più parti sono piovute critiche al Piano Rifiuti approvato in regione dalla maggioranza che sostiene Nicola Zingaretti. Piano portato in Aula dall’attuale assessore ai rifiuti Massimiliano Valeriani. Un atto che non ha risolto le emergenze ma le ha rimandate a Roma Capitale soprattutto per l’individuazione della nuova discarica. Un Piano che non fornisce strumenti per fronteggiare le emergenze, quasi le asseconda.
La regione Lazio ha escluso per legge la realizzazione di nuovi termovalorizzatori nel proprio territorio ritenendo sufficiente la presenza dell’impianto di San Vittore. Così è specificato nel Piano Rifiuti e ribadito dalla legge regionale n. 16 del 23 novembre 2020 che stabilisce “è vietata l’installazione di nuovi impianti di incenerimento e coincenerimento di rifiuti o che utilizzino rifiuti come combustibile…”
Praticamente Gualtieri ha bocciato il Piano Rifiuti di Zingaretti e Valeriani e ha messo in crisi la maggioranza giallorossa che governa la regione. L’assessora alla Transizione Ecologica, Roberta Lombardi, ha subito messo le mani avanti dicendo che “il termovalorizzatore a Roma non è fattibile”, aggiungendo che “un inceneritore di tale portata, di ecologico non ha proprio nulla”. Sulla stessa lunghezza d’onda il Gruppo consiliare pentastellato, consiglieri comunali, senatori e deputati grillini.
Dalla regione si affrettano a ribadire il fatto che il Piano Rifiuti non si tocca anche perché tutti ricordano gli equilibri che sono stati cercati e trovati per approvare questo testo che, come più volte detto e dimostrato, dice tanto ma non risolve nulla. Immaginiamo come possano sentirsi i consiglieri più a sinistra della maggioranza di Zingaretti o cosa passi per la testa del Presidente della Commissione Rifiuti, il pentagrillino pentito Marco Cacciatore.
Se paragoniamo il colpo di genio di Gualtieri ad una partita di calcio, possiamo tranquillamente affermare che quest’ultimo ha respinto la palla in suo possesso addosso a Zingaretti al quale spetta, ora, l’individuazione di un sito per smaltire i rifiuti della Capitale. Questo obbligo, infatti, era in capo al sindaco di Roma ma la soluzione proposta con la possibilità di realizzare un termovalorizzatore, ha spostato di nuovo l’incombenza in capo alla regione. Perché se è vero che Gualtieri ha trovato la soluzione, è altrettanto vero che la stessa non si realizzerà prima di tre anni. Nel frattempo, Roma come gestisce i rifiuti?
Intanto, nell’immediato, resta l’emergenza e, anche analizzando i flussi, occorre trovare una soluzione alle 800 tonnellate al giorno che Roma Capitale produce. Come farà Zingaretti? Intanto sta provvedendo all’invio delle 800 tonnellate fuori regione con un costo di 100 euro in più a tonnellata. Tradotto, significa che si spendono 80 mila euro al giorno in più dovuti all’incapacità di Zingaretti di trovare un sito idoneo. Precisamente 30 milioni di euro l’anno presi dalle tasche dei cittadini che pagano la tariffa sui rifiuti più alta d’Italia.
In soccorso di Zingaretti arrivano in pompa magna i leghisti che hanno annunciato, nella serata di ieri, di aver protocollato una richiesta di convocazione della Commissione per cambiare subito il Piano Rifiuti regionale e dare seguito all’intuizione del sindaco Gualtieri. Come dire, se mancano i voti del Movimento 5 Stelle ci siamo noi.
Diversa, invece, la posizione di Fratelli d’Italia che ha respinto senza esitazione la soluzione proposta dal sindaco di Roma. A dimostrazione che, anche in questa occasione, le posizioni del partito della Meloni e quello di Salvini sono agli antipodi.
Quindi, maggioranza in regione sull’orlo di una crisi di nervi, grillini incapaci di giustificare l’ennesimo voltafaccia nei confronti dei propri elettori (anche se poi seguiranno le direttive di Zingaretti e Leodori), Zingaretti e Valeriani sonoramente bocciati (e con loro un Piano Rifiuti inutile), Lega disponibile a votare con la maggioranza la variazione del Piano Rifiuti e Fratelli d’Italia nettamente contraria. Ecco cosa ha provocato il colpo di genio di Roberto Gualtieri.
Ricordiamo che, a differenza di Zingaretti, Gualtieri ha vinto le elezioni da solo, contro tutti.
Contro Renzi, contro Calenda e, soprattutto, contro il Movimento 5 Stelle.
I numeri parlano chiaro e Zingaretti, per governare, ha avuto bisogno di stampelle sia prima che dopo il voto. Prima la presenza di Pirozzi che è servita a far perdere Parisi catapultato in qualità di candidato sfidante un giorno prima della chiusura delle liste, poi il “Patto d’Aula” che ha permesso, con l’appoggio di Cangemi e Cavallari, di bypassare l’anatra zoppa ed, infine, l’entrata in giunta del Movimento 5 Stelle che ha fatto sì che la maggioranza potesse avere i numeri per arrivare a fine legislatura.
La maggioranza di Gualtieri non ha questi problemi e non deve rendere conto ai 5 Stelle. Anzi, quest’ultimi, in ambito capitolino, sono visti con fastidio. I loro continui “NO” non imbarazzano assolutamente il primo cittadino che può andare avanti per la sua strada senza compromessi.
Che dire, tanto di cappello a Claudio Man…. Scusate, Roberto Galtieri!