Il sindaco Tidei illustra l’intera vicenda risalente al 2006 che ha portato il Consiglio di Stato ad ordinare le demolizioni: «L’amministrazione continuerà a difendere gli interessi della collettività in ogni sede ritenuta opportuna »
SANTA MARINELLA – Il sindaco Pietro Tidei risponde per le rime al consigliere di minoranza Francesco Settanni, che ieri l’altro lo aveva attaccato, in merito alla vicenda delle palazzine realizzate a Lungomare Marconi, che una sentenza del Consiglio di Stato intima al Comune di abbattere.
“Una sentenza – dice Tidei – inerente una pratica edilizia risalente al 2006 e con estremo stupore apprendo che chiunque, senza sapere niente di questa lunga storia, può blaterare senza nessuna cognizione di causa. Non per rispondere al consigliere Settanni, che non lo merita, ma solo per spiegare con chiarezza ai cittadini quanto accaduto.
Tutti sanno che fin dalla Legge Bassanini del 1997, c’è stata la divisione dei poteri tra amministratori e dipendenti pubblici, pertanto, la competenza a rilasciare le concessioni edilizie, compete esclusivamente al settore che si occupa di tale argomento e non a organi politici, n’è tantomeno al sottoscritto.
Il permesso di costruire è stato rilasciato nel 2007, in una zona territoriale omogenea di tipo “B” di D.M. n. 1444/1968, pertanto i permessi vengono rilasciati in maniera diretta senza ulteriori passaggi attraverso gli organi politici della giunta o del consiglio comunale. Successivamente al rilascio del permesso di costruire, lo stesso, è stato oggetto di ricorso al Tar che con sentenza della Sezione II-bis, n. 32217 del 10 settembre 2010 ha dichiarato il permesso legittimo.
Il pronunciamento del Tar anzidetto, è stato oggetto di appello al Consiglio di Stato che con Sentenza n. 04409/2018 del 20/07/2018, dopo ben undici anni, lo ha accolto e in riforma della sentenza impugnata, ha annullato il permesso di costruire n. 85/2006 rilasciato dal Comune di Santa Marinella in data 3 aprile 2007 con le precisazioni d’ordine conformativo disposte, nelle successive valutazioni di competenza, in particolare, quelle afferenti agli articoli 36 e 38 Dpr n. 380 del 2001 Testo unico dell’edilizia”.
“Gli uffici preposti – continua il sindaco – si sono attivati con le procedure previste dall’art. 38 del Dpr n. 380/2001 e solo in sede di ottemperanza il Consiglio di Stato, con la Sentenza del 19 aprile scorso, sembrerebbe essersi orientato verso la demolizione senza ricorso alle previsioni dell’art. 38 indicate nella loro precedente sentenza del 20/07/2018.
L’amministrazione comunale, in questi anni, ha difeso nelle sedi dei tribunali amministrativi l’operato degli uffici chiamati a rispondere anche in proprio sia nelle sedi civili che penali, la cui assoluzione è avvenuta con formula piena e pertanto non si sono mai ravvisati ulteriori motivi per l’amministrazione comunale se non quello di difendere gli interessi della collettività nei confronti di eventuali risarcimenti danni avanzati da controinteressati”.
“L’amministrazione comunale – conclude il primo cittadino – continuerà a difendere gli interessi della collettività in ogni sede ritenuta opportuna soprattutto per evitare eventuali danni o risarcimenti che in tutti questi anni di procedimenti non sono mai stati riconosciuti.
In ultimo, sull’articolo del giornale, si parla di “speculazioni edilizie di dubbia legittimità che hanno snaturato il patrimonio ambientale della città” , pertanto, invito tutti i cittadini interessati a percorrere Lungomare Marconi, a verificare quanto riportato da Settanni relativamente a questo “snaturato patrimonio ambientale” e a segnalare ove lo riterranno giusto eventuali scempi”.