CURA DI VETRALLA – La verità era nascosta nella sua pancia ed è venuta fuori una volta che è stato portato in ospedale. Il trentenne nigeriano che ieri, domenica 8 maggio, mattina a Cura di Vetralla (provincia di Viterbo) si è barricato per ore in casa minacciando di suicidarsi per poi lanciarsi da una finestra nascondeva aveva degli ovuli di cocaina nell’intestino.
I medici ne avrebbero estratti tre. Sulla vicenda gli inquirenti mantengono uno stretto riserbo, ma la causa della crisi di nervi dell’uomo potrebbe essere proprio la rottura di uno degli ovuli che nascondeva nell’addome.
Le indagini sono seguite dai carabinieri del nucleo investigativo della compagnia di Viterbo che sono intervenuti ieri mattina insieme ai sanitari del 118 e ai vigili del fuoco.
Andiamo con ordine. L’allarme è scattato intorno alle 4 di mattina quando il trentenne che abita in un piccolo appartamento in una palazzina che si affaccia in via Cassia ha iniziato a dare di matto distruggendo casa. Poi si è impossessato di due coltelli da cucina e ha minacciato i coinquilini, dei connazionali, uno dei quali, impaurito dalla situazione, si è lanciato dalla finestra. A quel punto il nigeriano, impugnando le lame, ha sbarrato tutte le porte del palazzetto tanto che le altre persone che erano all’interno – tutte di origine straniera – sono state fatte uscire dalla finestra dai vigili del fuoco saliti con delle motoscale.
Alle 6 del mattino all’interno dello stabile era rimasto solo il nigeriano che non aveva nessuna intenzione di arrendersi. I carabinieri si sono trovati ad affrontare una situazione estremante delicata tanto che sul posto è arrivato anche il comandante provinciale, il colonnello Andrea Antonazzo.
L’uomo appariva fortemente alterato, urlava e inveiva contro i militari dicendogli di andare via. La Cassia è stata chiusa, in entrambi i sensi, fino a metà mattinata. E’ stato subito staccato il gas che alimenta la palazzina, ma il timore era che all’interno potesse esserci una bombola e che l’uomo, fuori di sé, potesse far esplodere l’appartamento.
Per questo è stata rimandata il più possibile l’irruzione all’interno dell’alloggio. Le forze speciali del Gis erano state allertate fin dall’alba e sono giunte poco dopo le 9. Ma quando erano pronte per fare irruzione da un’entrata posteriore l’uomo ha aperto una finestra che si affaccia su un giardino interno e si è lanciato dal secondo piano.
Una volta a terra ha provato a fuggire ma è stato braccato dai militari. Nel tentativo di divincolarsi ha ferito un carabiniere. Il nigeriano è stato neutralizzato e poi trasferito in ambulanza a Belcolle dove, come detto in precedenza, è stato scoperto cosa nascondeva nella pancia.
Da quello che si è appreso non avrebbe riportato serie contusioni a seguito della caduta. Preoccupa di più invece l’effetto che potrebbe aver avuto la rottura di uno degli ovuli. Potrebbe essere la spiegazione del forte stato di agitazione che il nigeriano aveva da ore, da prima che iniziasse a distruggere casa.
Alcuni vicini infatti hanno riferito di aver udito delle urla dall’appartamento già dal pomeriggio di sabato. Si era parlato di un soggetto con problemi mentali, ma la spiegazione del suo stato potrebbe essere la cocaina.
Una volta dimesso dall’ospedale dunque l’uomo rischia la denuncia per lesioni, procurato allarme e resistenza a pubblico ufficiale. Poi c’è tutta la storia della droga per la quale potrebbe essere valutata una misura cautelare. Il traffico di droga tramite gli ovuli ingoiati prima del viaggio in aereo è una tecnica largamente utilizzata dalle mafie nigeriane per far entrare gli stupefacenti in Italia.