Ci siamo. Domani alle 12 scade il termine della presentazione delle liste per il rinnovo del consiglio comunale di Frosinone e già si possono tirare le prime conclusioni. Dalle alleanze, alle mancate alleanze, alle possibili sorprese e ai probabili tonfi
FROSINONE – Iniziamo dal quadro più chiaro, che è senza dubbio quello della coalizione di centrodestra che sostiene Riccardo Mastrangeli. Coalizione compatta anche perché si è arrivati alla scelta del candidato sindaco attraverso il democratico strumento delle primarie (unica coalizione).
Nella coalizione di Mastrangeli abbiamo l’intero centrodestra più una serie di liste civiche. Tra cui la lista che porta il nome del sindaco uscente Nicola Ottaviani. Che, però, è anche coordinatore provinciale della Lega. Si dividerà garantendo il massimo impegno per entrambe?
Il risultato del 12 giugno ce lo dirà. Intanto Ottaviani rassicura tutti: “Le due liste esprimono l’essenza di un progetto, sia civico che politico, proprio per dare il massimo spazio di crescita, come classe dirigente, ai giovani, ai lavoratori dipendenti, agli autonomi non stabili, al volontariato ed a tutti coloro che intendono consolidare una rivoluzione culturale e urbana, che ha reso la città di Frosinone un moderno Capoluogo”.
Tra le liste ci si aspetta un risultato importante da Fratelli d’Italia che punta ad essere il primo partito della coalizione e rivendicare gli spazi che non ha avuto nella consiliatura che volge al termine.
Tra le civiche nella colazione Mastrangeli ci saranno anche i Mastelliani rappresentati da Pasquale Cirillo che dovrebbe candidarsi in tandem con Maria Rosaria Rotondi. Con loro anche l’ex per eccellenza (ex Lega, ex Fratelli d’Italia) Domenico Mimmo Fagiolo.
Nella stessa lista anche Stefano Belli che l’ultima volta che si è misurato con l’elettorato, nel lontano 2015, candidandosi sindaco a Patrica, ha raggiunto il lusinghiero risultato di terzo classificato (su tre partecipanti!).
Il centrosinistra, come è ormai noto da mesi, ha deciso di puntare sull’ex primo cittadino Domenico Marzi. Una persona di indubbio valore ma rappresentato da una coalizione (o campo largo, come ormai va di moda chiamarlo) estremamente ballerina.
Unica certezza il partito principe del centrosinistra, il PD, che punta a fare bella figura in vista delle regionali del 2023 (appuntamento che potrebbe essere anticipato all’autunno, visti i venti di crisi Draghiani).
Con Marzi in campo anche la civica dell’ex sindaco Michele Marini e il Polo Civico di Gianfranco Pizzutelli che per dieci anni ha governato con l’altro schieramento politico (Ottaviani). Avrà inciso l’incarico avuto nientepopodimeno che da Nicola Zingaretti in persona al vertice dell’ASP di Frosinone?
Domenico Marzi avrà anche l’appoggio dell’altra civica di Pizzutelli (Stefano), Frosinone in Comune. E già detta così è un bel mal di testa per gli elettori, confusi tra un Pizzutelli e l’altro.
Il centrosinistra, poi, può esultare (anche se non ne siamo così sicuri) per aver incassato, quasi sul filo di lana, l’adesione del Movimento 5 Stelle. Un partito che a Frosinone ha perso, nei mesi scorsi, l’unico consigliere comunale che aveva (Bellincampi) che si candiderà nella Lista di Fratelli d’Italia.
Il M5S può vantare sul territorio di Frosinone due deputate (Enrica Segneri e Ilaria Fontana) che hanno molto in comune. Entrambe, infatti, prima di diventare onorevoli, hanno fallito nel 2013 l’elezione alla regione, salvo poi essere salvate dai grillini nelle segreterie. La Segneri nella segreteria di Luca Frusone e Ilaria Fontana nella segreteria dell’allora battagliera (oggi allineata al “suo” Presidente Zingaretti”) Valentina Corrado. Il nuovo che avanza…
Cosa possano spostare in termini di voti i grillini a Frosinone è tutto da dimostrare. C’è il rischio che, in ciociaria, l’accordo giallorosso a tutti i costi rischi di penalizzare la candidatura di Domenico Marzi. Perché di voti ne porteranno pochi ma già oggi possiamo affermare che ne hanno tolti tanti. A Cominciare dal veto al dott. Mauro Vicano, che avrebbe permesso al centrosinistra di costruire il vero “campo largo”.
E’ indubbio che Mauro Vicano non piace a Ilaria Fontana che, nel frattempo, poco più di un anno fa è stata nominata nel governo Draghi addirittura sottosegretario alla Transizione Ecologica.
Una nomina che molti ignoravano se è vero che nella polemica sul mancato investimento ad Anagni della multinazionale Catalent, con relativi 100 posti di lavoro andati in fumo, siamo stati noi i primi a sottolineare che nelle eventuali colpe del MITE doveva iscriversi anche la politica ciociara. Che tutti avevano dimenticato dove fosse.
Il ritratto perfetto sulla vicenda è stato fatto da Alessandra Sardellitti, candidata per Azione di Calenda che sosterrà Mauro Vicano. “Se mai ci fosse stato ancora qualche dubbio, lo scontro di ieri sul Sin Valle del Sacco tra il Governatore del Lazio Nicola Zingaretti (Pd) e il sottosegretario di Stato alla Transizione ecologica Ilaria Fontana (M5S) ha chiarito, una volta di più, come governare insieme ai pentastellati sia impresa improba se non impossibile e comunque foriera di continui litigi. Se ciò accade su temi di enorme rilievo come il Sin (da cui dipende il rilancio economico di una significativa fetta del territorio provinciale), non osiamo immaginare cosa potrebbe verificarsi al Comune di Frosinone nel malaugurato caso che ad amministrarlo dovesse essere l’alleanza Marzi-Cinque Stelle.
Questi ultimi, appena 24 ore prima che Ilaria Fontana sconfessasse platealmente Zingaretti, avevano trionfalmente annunciato di appoggiare l’ex sindaco del Capoluogo, dopo che un paio di mesi fa avevano messo il loro veto sulla candidatura di Mauro Vicano. Adesione salutata con entusiasmo ed enfasi da tutto il centrosinistra. Che però deve aver ‘dimenticato’, più o meno volutamente, quale sia la vera e bellicosa ‘anima’ del M5S. Tanto è vero che ora si trova a dover gestire una bella e doppia grana, regionale e locale: il sottosegretario pentastellato brucia Zingaretti (guarda caso il promotore della candidatura di Marzi) che di rimando replica e brucia a sua volta il sottosegretario Cinque Stelle (che sostengono, ironia della sorte, Marzi) «Fontana chi? Noi dialoghiamo con Draghi: chieda a lui»”.
Non va meglio per Marzi quando l’attenzione si sposta sull’altra deputata grillina. Come spiegano ai vertici del PD la campagna elettorale insieme a Enrica Segneri?
Come giustificano le posizioni della grillina sulla sua contrarietà al video-collegamento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky alla Camera del marzo scorso o sull’invio delle armi all’Ucraina e su tutto quanto riguarda la Russia e l’Ucraina stessa? Le posizioni della Segneri hanno messo in imbarazzo il Movimento 5 Stelle, figuriamoci come possono reagire gli alleati Zingaretti e Letta.
Insomma, il centrosinistra si è affrettato a bocciare la candidatura di Vicano (che comunque si candiderà a sindaco sostenuto da Azione e da liste civiche) per promuovere l’alleanza giallorossa che a Frosinone porterà un valore aggiunto molto al di sotto dello zero. Anche perché la polemica PD/M5S sul termovalorizzatore a Roma non è certo terminata. E le polemiche e gli scontri dem-grillini, come ha ricordato la Sardellitti, sono sempre dietro l’angolo.
Marzi, comunque, si può consolare con l’adesione di Piattaforma Civica, la formazione politica del consigliere provinciale Luigi Vacana, sostenuto dal “destro pentito” e “sinistro mancato” prof. Biagio Renato Cacciola. L’ex Fuan era già stato folgorato da Marzi nel 2002 tanto che si candidò nella sua lista civica. Salvo trovare, poi, il buon cuore di Francesco Storace che gli offrì ruoli nella Presidenza della regione e al Ministero della Salute. Oltre, naturalmente, ad una serie di candidature a Camera, Senato, ecc. nel movimento politico “La Destra”. Oggi, non vede di buon occhio tutto ciò che è a destra… Chissà come mai!
Ultima citazione per la candidatura a sindaco per il “Nuovo Centrosinistra” di Vincenzo Iacovissi.
Sostenuto dai Socialisti di Gianfranco Schietroma. Che, guardando chi oggi rappresenta la ciociaria nel governo, lui che è stato l’ultimo sottosegretario prima di Ilaria Fontana, non può che rammaricarsi per i numerosi passi indietro che ha compiuto la politica in provincia di Frosinone.