VITERBO – Riceviamo e pubblichiamo: Dopo tanto rumore di fondo è ora di parlare di Viterbo, di sostanza, di futuro: il Polo museale Faul sarà la porta con cui Viterbo si aprirà al mondo e al grande turismo, generando ricchezza per la città a partire dalla propria storia e dalla propria identità.
Un turismo colto, consapevole, non più casuale, non più legato agli eventi o ad una toccata e fuga. Viterbo come centro della Tuscia, che finalmente si eleva a capitale dell’arte e torna ad occupare il posto che merita nella storia.
Accentrare la capacità artistica della città per renderla facilmente comunicabile e visitabile.
L’assessorato alla Bellezza che nascerà, guidato dall’esperienza internazionale e ben nota di Vittorio Sgarbi in questo settore, con relazioni che possono garantire un’interazione tra pubblico e privato, si propone di creare un polo museale a Viterbo che racchiuda, al suo interno, diverse realtà espositive di alto livello.
Individueremo una sede adeguata alla musealizzazione per concentrare il museo civico e due spazi destinati, rispettivamente, al museo della Macchina di Santa Rosa (che ospiti in maniera completa e ragionata la storia della più importante tradizione e devozione viterbese, e che non funga da “deposito”) e a mostre di maestri dell’arte.
Questa operazione permetterebbe di ottimizzare l’offerta artistica della città, concentrando le opere e i visitatori in un’unica sede, con un unico biglietto, che può essere integrato anche con altre esperienze culturali viterbesi (ad esempio, le zone archeologiche).
Questo permetterebbe una maggiore facilità comunicativa degli eventi legati al polo museale e delle ricchezze del patrimonio artistico cittadino, aumentando di fatto la visibilità e la fruizione delle stesse.
Allo scopo, verrebbe creato un apposito staff tecnico e comunicativo, capace di estendere alla stampa nazionale e internazionale, agli addetti ai lavori e ai cittadini, gli eventi espositivi. Un lavoro complessivo che si svilupperà con l’amministrazione Frontini e che camminerà di pari passo con l’idea del “Museo diffuso”, che permetterà, come indicato nel programma del Patto Civico, di prolungare la permanenza dei turisti a Viterbo e la fruizione della città.
Con il polo museale così strutturato, il museo civico di Viterbo e il neonato museo della Macchina di Santa Rosa, costituirebbero la parte permanente di questo spazio, sempre aperta alle visite, mentre la terza ala sarebbe destinata a mostre di rilevanza nazionale – come accaduto per il museo di Palazzo Doebbing di Sutri, raccontato costantemente sulle pagine di tutti i principali quotidiani italiani e dalle più importanti televisioni nazionali – capaci con la loro forza e con una adeguata, professionale e costante comunicazione, di essere centro di attrazione per i visitatori da tutta Italia e dall’estero, garantendo al museo civico e a quello della Macchina di Santa Rosa, e quindi all’identità più profonda della città, di essere sempre al centro dell’interesse e delle visite.
Il polo museale andrebbe a sostenere, fungendo da centro di attrazione principale del turismo cittadino e da slancio per il resto dell’offerta culturale viterbese, le realtà museali già presenti in città, come il museo della Ceramica, per citare un esempio.
Tutto questo, se correttamente posto in essere, concorrerebbe a trasformare Viterbo in una città realmente viva e attrattiva, permettendo, così, di poter pensare a un piano di riqualificazione del centro storico, operando sul decoro in maniera urgente e programmata affinché vi siano i presupposti esterni per poter investire al suo interno, pensando a un piano di agevolazioni per chi sceglie di farlo. Ci vuole coraggio per costruire la Viterbo del futuro.
Perché non immaginare l’esposizione delle opere di Sebastiano del Piombo nel Palazzo dei Papi, centro dell’identità di Viterbo, dialogando con la Curia Vescovile, come accaduto a Sutri per il museo di Palazzo Doebbing?
Comitato “IoApro Rinascimento” con Sgarbi per Viterbo