ROMA – Altro che capolavoro di Tiziano! “Opera di modesto valore”. Lo storico e critico d’arte Vittorio Sgarbi stronca senza appello l’annuncio della restituzione di un presunto Tiziano da parte dei Carabinieri dei Nucleo Tutela Patrimonio artistico, la cui cerimonia è in programma proprio oggi a Palazzo Chiablese a Torino.
Il “Gentiluomo col cappello”, attribuito a Tiziano Vecellio, esponente di spicco del Rinascimento italiano, secondo i Carabinieri sarebbe stato esportato illegalmente 20 anni fa in Svizzera.
“L’operazione di restituzione – tuona Sgarbi – è letteralmente una truffa allo Stato, per ragioni di propaganda. Con il sostegno autocelebrativo del nucleo tutela patrimonio culturale fondato dal grande generale Pio Alferano, della cui Fondazione io sono il Direttore e che aveva recuperato capolavori autentici, e di una Soprintendenza che non si è premurata d’indicare ricerche e studi che diano fondamento all’attribuzione a Tiziano, oggi a Palazzo Chiablese a Torino s’inscena una lugubre cerimonia. L’ostinazione di un pubblico ministero ha determinato la insensata confisca di un’opera recuperata non in Svizzera ma in Italia ,in un laboratorio di restauro dell’Astigiano”
Spiega Sgarbi: “È un’opera sicuramente non di Tiziano e di modesto valore. Ciò che conta non è la presunta storia ,o giallo, di una esportazione mancata, ma il luogo di un ritrovamento che indica una “non” esportazione. D’altra parte la proposta anonima per “l’avvenuta importazione” ha maggiore attendibilità dell’attribuzione interessata ,presentando correttamente il “Ritratto di gentiluomo con berretto nero” con la generica attribuzione a scuola veneta”
Sgarbi bacchetta la superficialità dei Carabinieri: “La pressapocaggine dei “recuperatori” arriva al punto di far riferimento a una perizia mercantile del 1998, per un’opera non pubblicata da nessuno studioso di Tiziano, che indica un valore commerciale impossibile e ingannevole: cinque, sei miliardi di lire nel 1998! Comicamente, per altro, l’articolo apparso oggi su “Repubblica” traduce i 5/6 miliardi in 7 milioni di euro (evidente falsità) e chiama il professore Augusto Gentili “Giovanni Gentile”!
Conclude Sgarbi: “La vera truffa è allo Stato che, con questo inconsistente recupero, stringe un pugno di mosche. Non si è recuperato un bel niente!”