Secondo i dati del ministero della Giustizia, l’istituto sul lungotevere al 31 maggio scorso aveva 943 reclusi su 615 posti. L’altro ieri un agente è stato aggredito da due detenuti. Per i sindacati la Penitenziaria è sotto organico di 500 unità
ROMA – “I detenuti sono oltre un terzo in più di quelli previsti. E si sente. Anche sotto il profilo della sicurezza interna”. Inizia così l’inchiesta giornalistica di Rinaldo Frignani sul Corsera. “La conferma è arrivata lunedì sera con un agente della Penitenziaria aggredito da due reclusi: gli hanno puntato il coltello alla gola, hanno tentato di trascinarlo in cella. Il poliziotto ha rischiato di essere preso in ostaggio dai due, un italiano e un rumeno, nel carcere di Regina Coeli. Una scena ormai purtroppo frequente nelle strutture di reclusione nella Capitale – dove a Rebibbia a decine sono sotto inchiesta per i disordini del 2020, appena cominciata l’emergenza Covid – e nel Lazio.
In questo caso la mediazione del vice comandante nel complesso di Trastevere ha evitato il peggio, ma il poliziotto è in ospedale con 25 giorni di prognosi. I due detenuti sono stati invece riportati in cella. L’ultimo episodio di violenza dietro le sbarre in un 2022 già drammatico: tre suicidi (da fine dicembre), aggressioni, minacce, violenze sessuali. Colpa anche delle prolungate chiusure dei reparti causa Covid e del sovraffollamento di Regina Coeli e di altri istituti regionali. Attualmente per il ministero della Giustizia, sono 422 in più le persone detenute al 31 maggio scorso nei 14 istituti del Lazio: 5.653 invece di 5.231. Fra le situazioni più preoccupanti proprio Regina Coeli dove ci sono 943 detenuti rispetto al 615 previsti. Vengono poi alcuni reparti di Rebibbia, insieme con Velletri, Viterbo e Rieti. Il numero delle presenze in più rispetto alla capienza di ogni carcere prende in considerazione anche i detenuti in regime di semi libertà e quelli in transito verso altri istituti di pena, e questo ha portato, come accaduto il 31 maggio scorso, a oltre 300 reclusi in eccedenza solo a Regina Coeli. Del resto a livello nazionale il sovraffollamento raggiunge quasi le 4mila persone in più (54.771 su 50.859), con 17.136 stranieri detenuti.
«Per quanto concerne il personale della polizia penitenziaria – spiega Massimo Costantino, segretario generale della Fns Cisl Lazio – mancano circa 500 unità rispetto alla pianta organica prevista. Purtroppo non bastano i 100 agenti inviati a maggio e non saranno sufficienti gli altri 110 previsti a fine luglio». «Uno dei detenuti che ha preso per il collo il poliziotto a Regina Coeli – rivela Donato Capece, segretario generale del Sappe – aveva aggredito un altro collega. Gli eventi critici contro gli appartenenti alla polizia penitenziaria sono aumentati in maniera spaventosa, anche per effetto della vigilanza dinamica e del regime detentivo aperto. E tutto questo in assenza di provvedimenti utili a garantire la sicurezza e l’incolumità del nostro personale».
E dopo quanto accaduto Capece chiede al ministero della Giustizia «solleciti interventi» a favore del reparto in servizio a Regina Coeli. Ma è anche sul fronte delle Rems, le residenze per l’esecuzione delle misure di sicurezza, che ora si gioca una partita complicata. Proprio per oggi la Fns Cisl Lazio ha organizzato una manifestazione fuori dal carcere di Velletri sia per protestare contro la carenza di organico della penitenziaria sia per ribadire il fatto che «la gestione di queste strutture, delicata e complicata – sottolinea ancora Costantino – sia solo dei direttori penitenziari, dei dirigenti penitenziari del Corpo e della penitenziaria». Il riferimento è a quanto accaduto a Rieti dove il protocollo operativo «è stato emanato senza il coinvolgimento dell’amministrazione penitenziaria».