TARQUINIA – “Porto Clementino, che è stato protagonista della storia del territorio tarquiniese per 25 secoli, è destinato a scomparire distrutto dalle mareggiate”: è l’allarme contenuto nella lettera inviata da Assolidi (firmata dal presidente Pierpaolo Maria Rosati) al ministro della Cultura Franceschini.
“Lo scempio – scrive Rosati- – si protrae da alcuni decenni, ma negli ultimi anni ha assunto dimensioni che, se non contrastate con misure tempestive ed adeguate, determineranno la sua totale distruzione. La scelta di rivolgerci direttamente a lei è stata determinata dal constatare una totale assenza di interventi a tutela del monumento da parte di quei soggetti pubblici che avrebbero dovuto impegnarsi nella sua messa in sicurezza e recupero.
La questione dello scempio del Porto Clementino è stata più volte riportata sulla stampa e vi ha realizzato un servizio Striscia la notizia nel corso del quale l’allora assessore ai Lavori pubblici di Tarquinia promise un suo sollecito intervento. A tutt’oggi non è stata annunciata, né tanto meno eseguita alcuna opera.
La stessa incuria si ritrova anche in altri siti del territorio, tra tutti la poco distante area archeologica di Gravisca che cela vestigia di una fiorente città etrusco- romana comprensiva di un santuario greco e di un porto a pianta esagonale simile per forma al Porto di Traiano di Fiumicino.
Eccezion fatta per le zone riportate alla luce, la quasi totalità dell’area archeologica è stata destinata a parcheggio. Altra situazione grottesca si riscontra presso il borgo storico facente parte della Riserva naturale statale Saline di Tarquinia completamente disabitato con molti edifici in stato di avanzata fatiscenza, tra questi anche un ‘albergo ecologico’ realizzato nel primo decennio del corrente secolo, completamente allestito e attrezzato, mai utilizzato, ora alla mercé di chiunque in quanto gli accessi sono aperti e naturalmente incustoditi”