L’amministrazione Barbet prima di togliere il disturbo concede il nullaosta al “pupillo” Manunta per il comando presso il Consiglio regionale del Lazio. L’atto, però, è in aperto contrasto con la normativa statale. L’ennesima forzatura a vantaggio dell’ex consigliere grillino. Intervengano le autorità competenti
GUIDONIA – Prima di “levare le tende”, la fallimentare amministrazione grillina di Guidonia compie l’ultimo atto per accontentare l’assistente del sindaco Barbet. E non si tratta di uno qualsiasi. Parliamo di Matteo Manunta, già balzato agli onori della cronaca per essere uno dei “miracolati” della famosissima graduatoria della Concorsopoli di Allumiere.
A sole 72 ore dal responso delle urne, che con certezza certificherà l’uscita di scena dal governo della città tiburtina della strampalata alleanza giallorossa, incapace di arrivare al ballottaggio del 26 giugno, l’amministrazione Barbet ha votato i soliti «affari urgenti e indifferibili».
Tra questi l’ok al trasferimento del dipendente «matricola 903» presso il Consiglio regionale del Lazio.
Matteo Manunta si trasferisce alla Pisana in piena “Zona Cesarini” forse perché sentiva la mancanza dell’amico David Porrello. Il provvedimento era tra i punti iscritti all’ordine del giorno della giunta di ieri, giovedì 23 giugno.
L’ultimo atto per trasferire il social media del sindaco grillino in Consiglio regionale. Meglio evitare l’arrivo di chi potrebbe chiedere a Manunta di esercitare le mansioni per cui è stato assunto con “pieno merito”.
Una mossa astuta da parte dell’amministrazione giallorossa di Guidonia. Un atto che nelle prossime settimane non può neanche essere revocato. Il provvedimento, infatti, approvato con delibera di giunta comunale, può essere eliminato soltanto con provvedimento di tipo identico. E tutti sanno che, con il ballottaggio in corso, a prescindere di chi vincerà le elezioni, passeranno giorni, forse settimane, prima che la nuova giunta si formi.
Quindi l’atto non potrà essere annullato in tempi brevi e nel frattempo la “pratica Manunta” può andare avanti. E sappiamo che alla Pisana, quando vogliono, sanno essere molto veloci.
Vedi l’assunzione in poche ore di Massimiliano Magrì, avvenuta il 24 dicembre 2020 in piena pandemia.
Ma sulla “delibera Manunta” potrebbe (anzi, dovrebbe) abbattersi un evento imprevisto (almeno per i grillini).
La legge 26/2019, di conversione del dl 4/2019 (su reddito di cittadinanza e quota 100) introduce una novità rilevante per la gestione del personale alle dipendenze di regioni ed enti locali.
L’articolo 14-bis della legge 26/2019, infatti, inserisce nel corpo dell’articolo 3 del dl 90/2014, convertito in legge 114/2014, un nuovo comma 5-septies, ai sensi del quale «i vincitori dei concorsi banditi dalle regioni e dagli enti locali, anche se sprovvisti di articolazione territoriale, sono tenuti a permanere nella sede di prima destinazione per un periodo non inferiore a cinque anni. La presente disposizione costituisce norma non derogabile dai contratti collettivi».
È piuttosto evidente la stretta somiglianza di questa disposizione con quella contenuta, da ben prima, nel comma 5-bis, dell’articolo 35 del dlgs 165/2001: «I vincitori dei concorsi devono permanere nella sede di prima destinazione per un periodo non inferiore a cinque anni. La presente disposizione costituisce norma non derogabile dai contratti collettivi».
Le due disposizioni sembrano simili ma non si tratta, a ben vedere, di una semplice replica di quanto già da tempo previsto nel testo unico sul pubblico impiego.
Infatti, l’articolo 35, comma 5-bis, del dlgs 165/2001 è stato considerato, da gran parte della dottrina e soprattutto dagli operatori concreti, come una disposizione valevole solo per le amministrazioni dello Stato o, comunque, organizzate con uffici distribuiti su territori ampi.
I comuni, in particolare, si sono sempre ritenuti non soggetti a tale previsione, dal momento che tecnicamente non era possibile identificare una «sede di prima destinazione» geograficamente autonoma rispetto ad altre.
La legge 26/2019 estende espressamente il divieto di trasferimento presso altre amministrazioni prima di 5 anni dall’assunzione anche alle amministrazioni locali sprovviste «di articolazione territoriale», proprio allo scopo di privare di effetto l’interpretazione restrittiva che fin qui di fatto aveva vanificato la portata dell’articolo 35, comma 5-bis, del dlgs 165/2001 negli enti locali.
Un bel problema per Matteo Manunta e l’amministrazione grillina di Guidonia che sta provando ad aggirare una legge che proprio chi voleva aprire il Parlamento come una scatoletta di tonno ha fatto approvare tre anni fa circa. Insomma, pentastellati che tentano di aggirare una legge voluta dai pentastellati.
Chissà se alla Pisana si accorgeranno di questa norma dello Stato che vieta ai dipendenti di trasferirsi in altre amministrazioni prima del compimento dei cinque anni di servizio. O se diranno che, se Guidonia non dice nulla, per loro va bene così. In attesa anche di vedere le reazioni degli stessi grillini presenti in regione che tanto avevano voluto a livello nazionale questa legge ma che, poi, a livello regionale, si apprestano a disattendere.
Ricordiamo che Matteo Manunta ha partecipato al concorsone di Allumiere con un risultato a dir poco disastroso nelle preselezioni. È arrivato 70° con voto 27. La sufficienza era 31 e quindi ha preso una insufficienza piena ma che, grazie alla graduatoria “win for life” gli ha permesso di accedere alle prove successive ed infine essere assunto al Comune di Guidonia Montecelio.
Del resto l’infornata di “somari” è ormai irreversibile a danno dei cittadini che si ritroveranno a dover affrontare impiegati non idonei e profondamente ignoranti come Manunta.
Successivamente le sorprese per lui non sono finite perché, come candidamente ammesso dal sindaco Barbet, il curriculum del ragazzo e la sua personale conoscenza dello stesso, lo hanno spinto ad affidargli l’incarico di responsabile dei social dell’Amministrazione.
In un articolo di un anno fa abbiamo raccontato cosa abbiamo letto nel curriculum di Matteo Manunta, anche per vedere le sue esperienze in ambito comunicazione e social. Niente. Nel suo curriculum l’unica esperienza lavorativa risultava essere quella di bagnino.
Insomma, prima la forzatura riguardante l’allargamento della famosa graduatoria delle prove preselettive, dove Manunta sarebbe stato sonoramente bocciato se si fosse rispettato il bando, poi il trasferimento negli uffici “social” del sindaco nonostante fosse stato assunto per altro.
Adesso l’aggiramento di una legge statale che potrebbe comportare conseguenze di ben altro tipo. Che avrà di speciale questo Manunta, oltre ad essere amico e onesto servitore nella segreteria di Porrello prima del Palio dei Somari di Allumiere, per essere chiamato così presto in Regione. Ah già la famosa “scatola di tonno” dei grillini…